Un uomo di 34 anni, Mario Albanese, camionista, originario di Modugno in provincia di Bari, ha ucciso a Brescia l’ex moglie Francesca Alleruzzo, 45 anni, maestra in una scuola elementare, il nuovo compagno di lei, la figliastra e il suo fidanzato. La gelosia sarebbe alla base del folle gesto. Sembra che la coppia si fosse separata da meno di due anni e che l’uomo non avesse mai accettato la fine della relazione.
E’ un fatto privato di “quella” famiglia, di “quella” coppia. E poi solo un folle può compiere un gesto così, quattro persone uccise per un’ossessione, un’idea malata di dominio e di possesso. Chissà che patologia ha: avrebbero dovuto fermarlo prima, avrebbero dovuto curarlo prima.
Eppure c’è qualcosa che non torna in un ragionamento come questo. I primi a mettere in guardia sono i numeri: le violenze degli uomini sulle donne sono un fenomeno esteso, quasi quotidiano. Diventa difficile credere che siano tutte e solo relazioni sbagliate, rapporti sfortunati, situazioni al di fuori della “normalità”. Lea Melandri, scrittrice, una lunga militanza nel femminismo che l’ha portata ad approfondire le dinamiche del rapporto fra i sessi, dà un’altra lettura della tragedia di Brescia. Macché fatto privato, macché patologia: il vero nocciolo sta in una questione infinitamente più complessa e che riguarda la nostra cultura dei rapporti fra uomini e donne.