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di Valeria Ballarati

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Dice che era un bell'uomo e veniva dal mare ...

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Ciao Lucio, grazie.

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A riecchece ...

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FRANCOFORTE. Un operatore l'ha definita la 'bomba termonucleare' di Mario Draghi, per l'enorme impatto sui mercati finanziari. Oggi si vedranno le dimensioni dell'arma messa in campo dal presidente della Banca centrale europea. La Bce annuncerà stamattina poco dopo le 11 i risultati della seconda operazione di finanziamento a tre anni (Ltro) alle banche, per un importo illimitato all'1 per cento. (...)

Proprio le banche italiane e spagnole, secondo dati della Bce, hanno aumentato i loro acquisti di titoli di Stato nel mese di gennaio, e lo stesso poterebbe avvenire con i fondi ottenuti stavolta. Il netto miglioramento della situazione del mercato dei titoli sovrani dei due Paesi, con un netto calo degli spread, è attribuibile in parte anche a questo ed è una conseguenza indiretta dell'Ltro. (...)

La Bce conta che una parte della liquidità fornita alle banche, dopo che la prima operazione è stata usata soprattutto per far fronte ai gravi problemi di raccolta sull'interbancario e sull'obbligazionario e per rimborsare bond in scandenza, sia destinata stavolta al finanziamento dell'economia reale, attenuando la stretta del credito alle imprese e alle famiglie. Lo ha ripetuto ieri il Governatore della Banca d'Austria, Ewald Nowotny, dopo che lo aveva detto Draghi in Messico. Sui mercati si nota tuttavia che, in una recessione, la domanda di credito è debole. Fonte

Commento:

a riecchece, come si dice a Roma.

Allora, ricapitolando, i soldi dell'europa (pagati dai cittadini) finanziano le banche all'1% che ricomprano poi il debito pubblico al 3-4% e che in seguito, forse, se avanzano, rimettono in circolo quattro soldini residui (per l'economia reale, i mutui dei cittadini e gli scoperti delle aziende in crisi).

Visto che di economia ne ho sempre capito poco, avrei una domanda:  l'iniezione di liquidità all'1% non era meglio farla direttamente agli Stati ?  Perche' il Draghi regala 2 o 3 punti percentuali alle banche con questo giochetto delle tre carte? 

 

Luca resisti

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Perché si deve fare la TAV? Ci ho pensato a lungo in questi anni, sin dal primo post pubblicato sul blog nell'ormai lontano 2005 dopo l'attacco della Polizia contro i valligiani a Venaus.

La Tav è un'opera inutile, anche un imbecille, se informato, lo capirebbe.

Il costo spaventoso di 22 miliardi a carico quasi completo dei contribuenti (anche il parziale finanziamento della UE deriva dai contributi che versiamo all'Europa).

Una linea merci in una valle dove esiste già una linea ferroviaria con un massimo del 50% trasportato rispetto alla capacità effettiva e in costante diminuzione da dieci anni. Un tunnel di 52 chilometri che finirà tra 12/15 anni progettato 25 anni fa dentro una montagna ricca di amianto.

Questo in un Paese dove non ci sono i soldi per la sanità, i trasporti locali, la scuola. Un Paese con le pezze al culo che ci spreme come limoni butta nel cesso 22 miliardi per un buco inutile.

Se la Tav è così inutile, vuol dire allora che è molto utile a qualcuno. Se non si può tornare indietro significa che il Sistema non è nelle condizioni politiche, economiche o di legami con la criminalità organizzata per farlo. Qualcuno forse ha già incassato delle tangenti e non è più in gradi di restituirle?

Uno si può fare mille domande di fronte a uno scempio di soldi pubblici senza senso apparente.

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Balocchi e profumi

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Una cliente entra in negozio e con lei c'é la sua bambina.
La bimba ha una borsetta molto "fashion" che posa sulla scrivania: in un lampo mi trovo a pensare che o la bambina é già molto attenta alla moda oppure la borsa non é esattamente il gusto di un bambino della sua età (6/7 anni). Mentre la sua mamma fa la spesa la piccoletta si avvicina incuriosita ai giocattoli e poco dopo viene a domandare informazioni.

Insieme guardiamo alcune cose, ne cerchiamo altre e si appassiona ad una piccola borsa porta-merendina rosa, con un cavallino sul davanti, che in realtà piace molto a tutti i bambini che vengono qui. Va verso sua madre e incomincia a chiederla insistentemente, con una voce che va dal lamento alla supplica.
Trovo il comportamento strano, la madre non ha ancora preso una decisione ma già il suo tono non é una richiesta ma piuttosto un'implorazione, come se l'esito fosse scontato. La madre inizialmente non da molta importanza alla cosa ed ecco l'evolversi della faccenda:

la madre: Lei vuole sempre un sacco di cose. Ma i dentifrici dove sono?
io:          Qui in alto.

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Cattive abitudini, colpi di grazia e autogol

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Per la Chiesa il non pagare l'ici é stata solo una cattiva abitudine avallata da tutta una serie di situazioni e di governi.

Molte associazioni in Italia si occupano di "far del bene" e il restante no-profit italiano poco conosciuto, non altolocato e per niente altisonante - Amani for Africa, i Clown di corsia -  quando ha immobili di proprietà paga l'ici senza fare tante storie. Forse che questi volontari svolgano un servizio alla collettività meno utile di quanto non si faccia negli asili parrocchiali? Forse che Amani, rivolgendo le sue attività ad un altro continente, non allevi abbastanza le ferite? Non é dello stesso genere di solidarietà e sussidiarietà di cui stiamo parlando? Si, certo che si.

Innanzitutto non ci sarà nessun autogol: l'imu richiesta dallo Stato non si riferisce ai luoghi dove si prestano servizi socio-assistenziali ma alle restanti attività commerciali religiose, cioé a tutte quelle strutture che guadagnano dalle più disparate iniziative commerciali -  dagli incontri sulle costellazioni familiari alle convention di più giorni indette da grandi aziende, con servizio B&B - ospedali, pensionati per anziani, scuole private, musei e attività di vendita ubicate all'interno dei luoghi di culto.

Analizziamo ad esempio la situazione di alcune scuole religiose private parificate - paritarie - giacché ne conosco più di qualcuna.

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Protesta in Via del Corso a Roma

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Chiusi nelle gabbie: come gli animali di allevamento che ogni giorno vengono uccisi per essere mangiati o diventare capi di vestiario.

In via del Corso é andata in scena la protesta-schock degli attivisti di Animal Equality organizzazione che si batte per i diritti degli animali promuovendo uno stile di vita vegan. Un'azione dimostrativa dal forte impatto emotivo, portata avanti anche attraverso gigantografie di immegini crude scattate negli allevamenti.

Stefano Bottioni, portavoce di Animal Equality in Italia, spiega il senso dell'iniziativa: due miliardi e mezzo di animali, di individui capaci di provare sensazioni come dolore, paura, angoscia, esattamente come noi, vengono uccisi solo in Italia per il consumo di prodotti di origine animale. E' nostro compito e dovere esporre all'opinione pubblica la realtà di quello che accade negli allevamenti e nei macelli e proporre delle soluzioni affinché tutto questo finisca definitivamente. Adottare innanzitutto uno stile di vita vegan, ovverso, senza consumare prodotto di origine animale, é una delle immediate cose da fare; quello che per noi é un primo e semplice cambiamento, per gli animali può valere una vita. di Manuel Massimo, Repubblica 

Commento:

non fatevi spaventare dal termine "vegan" e dall'immediata sensazione di dover rinunciare a qualcosa perché non é così!

Abbiamo più volte visto ricette vegan che non hanno nulla da invidiare alla tradizione classica, e sto pensando ad esempio alla pasta alla carbonara, perfettamente vegan-riproducibile anche senza la povera guancia del maiale (il guanciale).

Essere vegan é prima di tutto un'attitudine e coinvolge dapprima il nostro modo di essere: se siete già inclini all'amore per un animale non vi sarà difficile. E poi potete venire qua e io vi mostro quante cose belle e senza crudeltà potete sgranocchiarvi.

 

Se ci scandalizza una mamma che allatta il figlio

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La censura irrompe sul social network

Non si sa quale aggettivo usare, se ipocrita, stupido o semplicemente ridicolo, per definire il divieto, tra le regole auree imposte da Facebook, di mostrare donne che allattano al seno.

Forse tutti e tre insieme.

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Ci piace che tu sia diversa

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(...) Lì li per scoppiare a piangere, Fortunata gli riferì tutto quello che Mattia (lo scimpanzè, n.d.r.) gli aveva strillato. Zorba le leccò le lacrime e all'improvviso si sentì miagolare come non aveva mai fatto prima.

"Sei una gabbiana. Su questo lo scimpanzé  ha ragione, ma solo su questo. Ti vogliamo tutti bene Fortunata. E ti vogliamo bene perché sei una gabbiana, una bella gabbiana. Non ti abbiamo contraddetto quando ti abbiamo sentito stridere che eri un gatto, perché ci lusinga che tu voglia essere come noi, ma sei diversa e ci piace che tu sia diversa. Non abbiamo potuto aiutare tua madre, ma te si. Ti abbiamo protetta fin quando sei uscita dall'uovo. Ti abbiamo dato tutto il nostro affetto senza alcuna intenzione di fare di te un gatto. Ti vogliamo gabbiana. Sentiamo che anche tu ci vuoi bene, che siamo i tuoi amici, la tua famiglia, ed é bene che tu sappia che con te abbiamo imparato qualcosa che ci riempie di orgoglio: abbiamo imparato ad apprezzare, a rispettare e ad amare un essere diverso. E' molto facile accettare e amare chi é uguale a noi, ma con qualcuno che é diverso é molto difficile, e tu ci hai aiutati a farlo. Sei una gabbiana e devi seguire il tuo destino di gabbiana. Devi volare. Quando ci riuscirai, Fortunata, ti assicuro che sarai felice, e allora i tuoi sentimenti verso di noi e i nostri verso di te saranno più intensi e più belli, perché sarà l'affetto tra esseri completamente diversi"

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La catena del segreto

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Una delle più gran consolazioni di questa vita é l'amicizia; e una delle consolazioni dell'amicizia è quell'avere a cui confidare un segreto.

Ora, gli amici non sono a due a due, come gli sposi; ognuno, generalmente parlando, ne ha più d'uno: il che forma una catena di cui nessuno potrebbe trovar la fine.

Quando dunque un amico si procura quella consolazione di deporre un segreto nel seno d'un altro, dà a costui la voglia di procurarsi la stessa consolazione anche lui. Lo prega, é vero, di non dir nulla a nessuno; e una tal condizione, chi la prendesse nel senso rigoroso delle parole, troncherebbe immediatamente il corso delle consolazioni. Ma la pratica generale ha voluto che obblighi soltanto a non confidare il segreto, se non a chi sia un amico ugualmente fidato, e imponendogli la stessa condizione.

Così, d'amico fidato in amico fidato, il segreto gira e gira per quell'immensa catena, tanto che arriva all'orecchio di colui o di coloro a cui il primo che ha parlato intendeva appunto non lasciarlo arrivare mai. (...)

Capitolo XI - I Promessi Sposi

 

Commento:

Lo sto leggendo.

Caro Fruttero, Lei aveva ragione quando diceva che il Manzoni bisogna assolutamente leggerlo.

 

La Semplicità

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"La verità si trova sempre nella semplicità, mai nella confusione”
Isaac Newton, matematico, fisico, alchimista inglese.
 

“Che la semplicità del metodo non vi distolga dal provarlo, perché con il progredire delle ricerche anche voi vi renderete conto di quanto sia semplice tutto ciò che è stato creato”
Dr Edward Bach, inventore del metodo dei Fiori di Bach


“Indro s'irritava per le cose che non capiva; e detestava chi non voleva farsi capire. Intere categorie, dagli storici ai critici letterari, hanno diffidato di lui. Alcuni scambiavano la sua semplicità per semplicismo (senza rendersi conto che la propria complessità era confusione). Altri pensavano: dev'esserci sotto qualcosa! E invece, sotto la scrittura e la logica di Indro, c'era solo il ritornello di una canzone di moda quando avevo la tua età: acqua azzurra, acqua chiara.”
Beppe Severgnini, giornalista, che parla di Indro Montanelli sul Corriere della Sera del 18.07.11

 

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