Giovedì 20 Ottobre 2011 00:00
Il Censimento è un’indagine statistica che permette di conoscere la struttura demografica e sociale del nostro Paese. Condotto dall’Istat, l’Istituto Nazionale di Ricerca, viene effettuato ogni 10 anni e riguarda tutto il territorio nazionale. Quest’anno ricorre il 15° Censimento generale della popolazione e delle abitazioni.
Il questionario - Il questionario, a fini statistici, è parte fondamentale del Censimento ed è diviso in due sezioni: la prima comprende le domande su famiglia e alloggio, la seconda i fogli individuali, uno per ogni componente della famiglia. La spedizione dei questionari è iniziata a settembre e durerà fino al 22 ottobre. Quindi non ti allarmare se non l’hai ancora ricevuto. Può comunque accadere che, per diversi motivi (come ad esempio il trasferimento presso un nuovo indirizzo), il questionario non ti venga recapitato. In questo caso puoi recarti in un centro comunale di raccolta e ritirarne uno di scorta, oppure attendere un rilevatore comunale che, a partire dal 21 novembre, ti consegnerà il questionario direttamente a casa.
Due versioni del questionario - Sono state predisposte due versioni del questionario. La prima, quella completa, contiene tutti i quesiti previsti dal piano di rilevazione censuaria. La seconda, in forma ridotta, ha come scopo quello di ridurre il più possibile l’onore sui cittadini. Il questionario in forma ridotta sarà distribuito ai due terzi delle famiglie residenti nei centri abitati dei Comuni capoluogo di provincia o con almeno 20.000 abitanti al 1° gennaio 2008, e nei quali è stato possibile costruire campioni di famiglia significativi per aree sub comunali (aree di censimento). Nei restanti Comuni viene utilizzato unicamente il modello in forma completa.
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Mercoledì 19 Ottobre 2011 00:00
SENTENZA 1
MILANO - Una cuccia da un metro quadrato, circondata da piante e fiori, sempre pulita: è qui che abitano, nel cortile di via Mar Nero 13, cinque gatti sterilizzati e sotto costante controllo del veterinario. Protagonisti, loro malgrado e a loro insaputa, di una vicenda giudiziaria che andava avanti addirittura dal 2006 tra lettere degli avvocati, visite dell'Asl e tentativi di smantellamento. Già, perché nel 2006 una coppia di inquilini, che i gatti proprio non li sopporta, ha deciso di intentare causa contro tutto il condominio: 549 famiglie. Una recente sentenza del Tribunale di Milano, resa nota da Aidaa, ha dato ragione ai «gattari», tutelando questa e le altre colonie feline della città con la motivazione che i gatti sono «animali sociali» e quindi il loro «aggirarsi liberamente per gli stabili condominiali» non è contrario alle regole, anzi, è in qualche modo un loro diritto. Una sentenza definita «storica» dagli animalisti.
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Martedì 18 Ottobre 2011 00:00
Anche se molte delle lettere che abbiamo ricevuto sono di interesse generale, non possiamo pubblicarle tutte qui, ne’ posso rispondere a ognuno di voi. Questo articolo riassume i punti che avrei voluto toccare nelle mie risposte.
A volte mi e' stato chiesto come posso essere così sicura di me stessa concontraddicendo opinioni radicate. Dopo tutto, io non appartengo a nessuna scuola di pensiero, di culto, o ad altre comunità con modo di pensare affine che forniscono a molte persone argomenti che loro ritengono siano essere la risposta esatta. Dunque, su che cosa si basa la mia convinzione?
E' anche vero che credo solo in ciò che ho potuto sperimentare di persona. La mia conoscenza di questi fatti si basa sulla mia esperienza e sulle migliaia di lettere che ho ricevuto dal 1979 dai lettori dei miei libri.
La cosa che colpisce nella maggior parte di queste lettere è il modo in cui riflettono una quasi totale negazione della realtà da parte delle persone che le scrivono. Per un osservatore esterno, tuttavia, i fatti cui si riferiscono, sono una chiara indicazione di tale rimozione. Queste lettere sono quasi sempre scritte dal punto di vista dei genitori, genitori che sono stati totalmente incapaci di sopportare, per non parlare di amare, i propri figli.
La prospettiva dei bambini non trova alcuna espressione, salvo che nelle sofferenze degli stessi una volta divenuti adulti, attraverso sintomi fisici quali attacchi di depressione, pensieri di suicidio, o un mutilante senso di colpa.
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Lunedì 17 Ottobre 2011 00:00
La Corte d’Appello di Napoli ha emesso una sentenza davvero importante, per due motivi:
1. per i contenuti, perché ribadisce che un genitore che decide per scelta consapevole di non sottoporre il proprio figlio alle vaccinazioni obbligatorie non può in alcun modo essere costretto a farlo;
2. perché proviene da una regione che non ha ancora regolamentato il dissenso vaccinale.(…) Se Veneto, Piemonte, Sardegna, Toscana, Lombardia, Province autonome di Trento e Bolzano hanno emanato direttive precise sull’argomento, esistono regioni in cui di fatto i genitori dissenzienti non vengono ostacolati nella loro scelta, e regioni in cui ancora si criminalizza chi pratica l’obiezione attiva.
Recenti sentenze di Tribunali Amministrativi di Abruzzo e Puglia hanno dato ragione agli obiettori, ma è illogico ed antidemocratico dover subire un processo per una scelta che in altre zone del paese è accettata e regolamentata. Sarebbe proprio il momento che gli Amministratori locali emanassero direttive chiare per il superamento dell’obbligo, e che anche lo Stato italiano si adeguasse alle normative europee, che non prevedono l’obbligatorietà.
La sentenza afferma, tra l’altro, la NON COERCIBILITA’ delle vaccinazioni obbligatorie (polio, difterite, tetano, epatite B). Non è possibile cioè in alcun modo imporre la pratica vaccinale quando i genitori pensano che questa possa causare danni alla salute dei propri figli.
Che le vaccinazioni possano causare danni, e non esistono strumenti per prevedere quale bambino potrà manifestarli. Che l’autodeterminazione consapevole è un diritto che i cittadini possono esercitare.
Anche in questo la politica è lontana dai bisogni di quanti combattono per difendere un principio di libertà.
Dott. Eugenio Serravalle autore di Bambini super-vaccinati www.eugenioserravalle.com
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Sabato 15 Ottobre 2011 23:15
Oggi lavoravo e non mi sono resa conto subito di ciò che era successo alla manifestazione degli Indignati di Roma. Guardando le immagini e lo speciale su rai 3 in serata era un dejà-vû: il G8 di Genova dieci anni fa. Stessa dinamica.
In settimana Gramellini su La Stampa aveva scritto un editoriale sul movimento 99% dove in chiusura chiedeva di prestare attenzione a quell’1% di teste calde che avrebbero potuto “rovinare” la manifestazione. Avevo postato un commento: dicevo che non ci si può aspettare che tutti siano sempre “miti pecorelle pacifiste” immaginando la possibilità che alcuni cittadini, dopo tante difficoltà e ingiustizie, avrebbero anche potuto commettere gesti insani, magari fronteggiando direttamente qualche rappresentante della politica, magari suonandogliele di santa ragione. Non che sarei stata d’accordo (faccio parte del gruppo delle miti pecorelle pacifiste) intendevo solo dire che questo tipo di gesto l’avrei capito, che ne avrei compreso l’origine. Naturalmente non parlavo dei Black bloc.
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Sabato 15 Ottobre 2011 00:00
Negozi del biologico, di vicinato, Botteghe del Mondo, supermercati, ipermercati, discount: ci sono migliaia di punti vendita in tutt’Italia dove puoi acquistare i prodotti del Commercio Equo e Solidale certificati Fairtrade.
Troverai caffè, cioccolato, banane, zucchero di canna, ananas, riso thai e basmati, succhi di frutta e tanti altri prodotti che contribuiscono a migliorare la vita di chi lavora nel Sud del Mondo, ma allo stesso tempo sono attenti all’ambiente e alla qualità.
Acquistando i prodotti del Commercio Equo e Solidale certificati Fairtrade che trovi tutto l’anno nei nostri punti vendita puoi fare anche tu la tua parte per un mondo migliore.
Il sistema di certificazione Fairtrade garantisce, infatti, un prezzo equo e stabile ai produttori del Sud del Mondo, un margine aggiuntivo da investire in progetti sociali e sanitari per le comunità e il rispetto e le colture locali.
Dal 15 al 30 ottobre
Fonte
Sabato 15 Ottobre 2011 00:00
"Vi ringraziamo per il sostegno dimostrato durante questi mesi di attività della Campagna Noppaw (NObel Peace Prize for African Women) e il contributo che tutti voi avete dato in diversi modi per appoggiare questa proposta. Nei prossimi mesi già sono in calendario tante iniziative a cui vi invitiamo a partecipare ancora con lo stesso entusiasmo e coinvolgimento. Questa assegnazione ha dimostrato il riconoscimento che l'Africa cammina davvero con i piedi delle donne e che sono loro in tutto il modo a portare avanti l'impegno per la costruzione della pace e lo sviluppo di una società democratica. Noi continueremo a lavorare per valorizzare e promuovere il ruolo fondamentale di tutte le donne!". Campagna NOPPAW
La pace ha il volto delle donne d’Africa!
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Venerdì 14 Ottobre 2011 00:00
Un Risorgimento di eroi inquieti
Mi affascinano le contraddizioni dei protagonisti di quest'epoca.
Quando Mario Martone mi parla del film (Noi credevamo n.d.r.) al quale sta lavorando manca ancora un anno o due alle celebrazioni per il centocinquatesimo dell'Unità d'Italia. Dice che nel suo film non si occuperà di un evento importante come la Repubblica Romana del 1849 ma che sarebbe una storia adatta a me. Un po' come ho fatto in quella dell'eccidio alle Fosse Ardeatine, Radio Clandestina, che debuttò undici anni fa al Teatro di Roma quando era diretto da lui e che nacque da una sua proposta.
A me il Risorgimento non interessa e mi fanno tristezza le celebrazioni con le bandiere e le corone dei fiori. Né mi interessa andare alla ricerca di anniversari per pescare finanziamenti. Gli americani infilano la bandiera da tutte le parti e a vederli un po' da lontano pare proprio che ci credano. Loro ne hanno bisogno per cancellare il senso di colpa per un genocidio che è costato un numero incalcolabile di nativi e per inventarsi un baraccone nel quale si finga di essere tutti fratelli, ex-italiani immigrati con gli ex-schiavi deportati, ex-ebrei-sopravvissuti con ex-galeotti inglesi, eccetera. Ma per noi, che abbiamo imparato a parlare l'italiano perché ci siamo comprati la televisione a rate, la bandiera è un simbolo che sventola allo stadio, sui tetti delle case in costruzione e, ultimamente, sui soldati rimpatriati morti.
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Giovedì 13 Ottobre 2011 00:00
"MEGLIO perdere un marito che un'amica". Susan Sarandon, eterna cattiva ragazza. Io ballo da sola, oppure in coppia con altre. Complici, sorelle, compagne di avventure. Louise che guarda Thelma, si danno un bacio e sorridono, spiccano il volo sopra al precipizio. Il coraggio è donna, al plurale. "L'amicizia femminile ha una potenza straordinaria. Piangiamo e ridiamo, possiamo fare e disfare il mondo in una notte. A volte non ci sentiamo per settimane, mesi, ma poi ripartiamo dal punto nel quale ci eravamo lasciate. In nessun'altra relazione si può rimanere così fedeli nel tempo". Gli uomini passano, un amante prima o poi tradisce. Susan Sarandon si è separata l'anno scorso da Tim Robbins, erano la coppia più longeva di Hollywood, 23 anni di vita comune e due figli, senza essersi mai sposati. "Pensavo, e lo penso ancora, che il matrimonio rende le cose più scontate".
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Mercoledì 12 Ottobre 2011 00:00
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