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di Valeria Ballarati

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Se il figlio é maleducato

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Se il figlio è maleducato ... i genitori devono pagare i danni

 

La sentenza si riferisce a un episodio che ha visto protagonista un bambino: durante una partita di calcio aveva colpito con una testata un avversario a gioco fermo. La Corte d'appello aveva sollevato da responsabilità i due genitori, accusati di non avere educato a dovere il loro bambino. I giudici di merito avevano infatti ritenuto ingiusto condannare i genitori al pagamento dei danni, ritenendo che unico responsabile del fatto era il ragazzo che avrebbe dovuto conoscere le regole del gioco e che d'altra parte i genitori "non avrebbero potuto intervenire nel corso della competizione sportiva".

Secondo la Cassazione, invece, non basta spiegare di non aver potuto impedire il fatto, ma occorre dimostrare "di aver impartito al figlio una buona educazione e di avere esercitato su di lui una vigilanza adeguata, il tutto in conformità alle condizioni sociali, familiari, all'età, al carattere e all'indole del minore".

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Saviano: "Le Banche lavano i soldi della mafia".

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New York, 9 dicembre 2011 - Roberto Saviano, a New York per partecipare con l’economista Nouriel Roubini alla conferenza “Italia e Stati Uniti: due punti di vista sulla crisi”, spara a zero sulle banche europee e americane e sugli “immensi flussi di denaro” che la mafia ha fatto confluire nel sistema finanziario.

Lo scrittore e giornalista ha fatto nomi e citato numeri: “Le banche europee e statunitensi lavano tra i 500 e i 1.000 miliardi di dollari di denaro sporco ogni anno”, ha detto facendo riferimento a fonti della Drug Enforcement Administration americana e delle divisioni antimafia europee, “in un decennio sono stati lavati tra i 2.500 e i 5.000 miliardi di dollari e sono passati dagli istituti finanziari americani, messi in circolo, di cui 100 miliardi all’anno (1.000 miliardi in dieci anni) di evasione fiscale e narcodollari”.

Dagli anni Novanta ad oggi, ha detto ancora Saviano facendo riferimento al denaro tracciabile, “sono entrati negli Stati Uniti 5.500 miliardi di dollari provenienti da estorsione, narcotraffico, traffico di esseri umani e criminalità in genere”.

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il conto corrente obbligatorio

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Mussari: tutte le banche disponibili a ragionare su conti correnti zero spese per pensioni minime

«Tutte le banche italiane sono disponibili a ragionare su un conto corrente a zero spese per i pensionati al minimo» e «sui costi delle carte di credito alla luce delle misure del Governo». Ma «non sono disponibili a dare gratuitamente servizi che costano alle imprese bancarie».

Lo ha detto il presidente dell'Abi, Giuseppe Mussari. (Ansa) 

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Il decreto Petrolini

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La manovracadabra dei bocconiani stimola alcuni punti interrogativi poco sobri, di cui mi scuso anticipatamente.
Quante lauree in originalità economica bisogna prendere per avere l’ideona di tappare i buchi dello Stato aumentando la benzina?
Perché in tutto il mondo i diritti televisivi costano miliardi, mentre in Italia le frequenze sono come i biglietti dei vip: omaggio?
A quale titolo il bar di un oratorio continua a non pagare l'Ici? Forse distribuisce cocacola santa?
Come mai neppure i bocconiani ci permetteranno di scaricare la fattura dell’idraulico, affinché noi ci si senta finalmente motivati a pretenderla?
La vecchina che va nella sede più vicina del sindacato a lamentarsi che le hanno congelato la pensione e raddoppiato l'imposta sulla casa, è al corrente che per quella sede il sindacato non paga un euro d’Ici?
L’Europa ci ha chiesto di alzare l’età pensionabile e noi lo abbiamo fatto. Però l’Europa ci ha anche chiesto di ridurre i privilegi di tutte le caste: perché non lo abbiamo fatto?
Un tetto di 5000 euro alle pensioni d’oro di politici e alti funzionari pubblici quante pensioni di piombo avrebbe permesso di salvare?
Com’è che diceva il padre di tutti i fiorelli, Ettore Petrolini?
Ecco, qui almeno ho la risposta: «Bisogna prendere il denaro dove si trova: presso i poveri. Hanno poco, ma sono in tanti».

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Agnelli

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E' qualche giorno che sul web si discute di questo argomento ed era dal giorno in cui l'ho visto che pensavo se era o meno il caso di metterlo.

Ci pensavo non per la motivazione, che é indubbia, ma perché sono immagini che fanno male, sono immagini orribili che mostrano persone che ignorano e bambini che cresceranno ignorando, che é poi l'aspetto peggiore della questione.

L'ignoranza é una brutta roba. Per questo alla fine ho deciso di parlarne. Anche se ci costa fatica noi dobbiamo conoscere, dobbiamo sapere cosa accade poco lontano da qui.

Il primo passo per limitare la violenza é smettere di uccidere per cibarci.

Ripeto che sono immagini forti: se non ve la sentite sarà meglio che non guardiate né il video né le foto, però potete leggere di cosa si tratta.

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11 Dicembre - Se non le donne, chi?

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Care donne che eravate in piazza con noi il 13 febbraio, a rivendicare dignità e rispetto, care tutte le altre, italiane per nascita o per scelta.
Care donne che non hanno perso il coraggio, la voglia di esserci, il progetto di contare, la speranza di uscire da questi anni di fango.
Care donne singolari e plurali, diverse l’una dall’altra, sorelle compagne amiche, figlie e madri, siamo di nuovo qui, tutte unite, perché  tutte unite siamo una forza e con “una forza” è ora che facciano i conti. Tutti.
Siamo una forza, per quante siamo e per come siamo.

Siamo quelle che tengono insieme affetti e lavoro, cura e responsabilità, libertà e senso del dovere. Siamo quelle che il diritto di essere cittadine se lo guadagnano giorno per giorno sulle barricate della vita quotidiana. Non c’è da uscire solo da una crisi economica, ma da una crisi politica, una crisi istituzionale, una crisi morale, da una logica, un immaginario, un ordine.

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Un'occasione mancata

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Ho sempre sentito parlare di Cesare Boni.

Persone venivano ad acquistare i suoi libri in negozio, conoscenti avevano assistito a seminari, alcuni amici addirittura lo conoscevano ed ho recentemente scoperto che anche mio fratello seguì uno dei suoi corsi di formazione quando era clown di corsia. A me, sfortunatamente, non é mai capitato.

"Se non l'hai sentito parlare, é un'occasione mancata"  mi disse e credo avesse ragione.

Ed é così, per sentirlo parlare, che ho chiesto ed ottenuto dall'associazione la registrazione di uno dei suoi seminari: il link é più sotto.

Docente di "Psicologia del ciclo della Vita" all'Univesità Federico II° di Napoli, autore di libri e relatore di seminari in Italia a all'estero, era considerato uno dei maggiori esperti dell'argomento di cui si occupava.  "Era" perché non é più tra noi dall'anno scorso.

All'inizio della registrazione racconta di Napoli un episodio molto simpatico.

Insegnava nella regione campana ma abitando nella zona dei Castelli Romani si recava nella città partenopea il giorno precedente le lezioni e la mattina faceva colazione in un famosissimo bar pasticceria: il Gran Bar Riviera. Alle otto di mattina potete immaginare come fosse gremito. 

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La Mafia fa schifo

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Davide, 16 anni. È lui il primo, anonimo autore del libro di Nicola Gratteri e Antonio Nicaso La mafia fa schifo – Lettere di ragazzi da un Paese che non si rassegna (Strade Blu, Mondadori, 144 pagine, 17 euro).
Davide, uno delle migliaia di ragazzi e ragazze che hanno dialogato e seguito in questi anni Gratteri, tra i magistrati più esposti nella lotta alla ‘ndrangheta e Nicaso, tra i maggiori esperti di criminalità, nella prima pagina racchiude meglio di ogni recensione l'anima di questo libro.

Davide, infatti, scrive, che «i mafiosi sfuggono a ogni cliché. Coppola e lupara sono state sostituite da giacca e cravatta. C'è chi spara ma c'è anche chi si muove senza dare nell'occhio. C'è chi spara ma c'è anche chi si muove senza dare nell'occhio. Alcuni hanno la faccia innocua da brava persona, altri il ghigno beffardo di chi ha potere e denaro. Come possiamo riconoscerli? Non è facile, molte volte sono insospettabili».

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Caro Presidente no, così non va

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Caro presidente,

Lei conosce perfettamente l'importanza storica per il nostro Paese e per l'Europa (oseremmo dire per il mondo intero) delle decisioni che il suo governo oggi assumerà. Dobbiamo confessarle, con tutto il rispetto per il compito difficilissimo che Lei sta svolgendo, che le indiscrezioni che leggiamo sui giornali ci preoccupano e speriamo davvero che Lei e il Suo governo le smentiscano con i fatti.

Quattro erano i punti che a noi parevano essenziali. Primo, per quanto riguarda i conti, ridurre le spese, più che aumentare le tasse. Secondo, preoccuparsi non tanto del saldo della manovra, ma della sua qualità, soprattutto guardando agli effetti sulla crescita. Terzo, dal punto di vista del metodo e del significato politico (anche questo importante) abbandonare la concertazione, perché comunque a quel tavolo non hanno accesso i giovani e chiunque non ha rappresentanza. Infine attaccare senza esitazioni i costi della politica e chiudere i mille canali che consentono di evadere le tasse. Insomma, dare un segnale netto.

Leggiamo invece che dopo i passi iniziali, che sembravano assai incoraggianti, la manovra si sta delineando secondo le solite modalità: aumenti di imposte, pochissimi tagli, incontri con le cosiddette parti sociali (cioè concertazione), nessuna riduzione dei costi della politica.

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La medicina amara

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"Quando il medico arriva in casa difficilmente prescrive medicine buone. Le medicine sono sempre amare ma evitano al paziente di morire".

Casini, ma è sua questa metafora?  E' efficace.

E va bene allora, parliamo per metafore, così vediamo se anche quello che voglio dire io diventa altrettanto comprensibile.

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