“Prendo spunto da una recente intervista del Prof Mattias Desmet, psicologo, apparsa sui social media durante la quale ha analizzato il processo di formazione delle masse per proporre una riflessione che giudico importante e attuale.
Oggigiorno la nostra vita quotidiana è frenetica per la quantità crescente di scadenze lavorative e burocratiche da ottemperare. Una vera e propria catena di montaggio in termini di assorbimento e dispendio di energie.
Questa condizione, ormai, ci costringe ad analisi spesso superficiale e sbrigativa su molti temi e allora si tende ad affidarsi ai “main stream media” (MSM). Spesso i MSM però ci propongono analisi parziali, che tendono a imporci un punto di vista parziale che ci preclude la possibilità di sviluppare un punto di vista più ampio. Quasi sempre, infatti, i fenomeni sociali sono interconnessi e coinvolgono diversi piani, generando progressivamente l’effetto e l’impatto complessivo sulle nostre vite.
I piani sono spesso molteplici e possono sembrare distaccati se l’analisi e sbrigativa, quali: il piano scientifico, quello medico-sanitario, sociale, psicologico ed antropologico che invece spesso si intersecano e molto frequentemente sono interdipendenti.
Quindi, quando si parla troppo e solo di virus e/o di pandemia in realtà spesso si tratta di un banale stratagemma per distogliere le coscienze dai veri obiettivi che si stanno perseguendo. Un po' come si fa con il sonaglio dei bambini.
I totalitarismi moderni, infatti, hanno ormai dismesso l’uniforme e le parate militari, si sono evoluti adeguandosi ai tempi.