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di Valeria Ballarati

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Scialla!

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SCIALLA!

Espressione tipica del gergo giovanile romano per intendere “lascia stare”, “stai tranquillo”, “calma”, “non t’agitare”, è una commedia dolceamara sulle disillusioni di una generazione (quella dei 50/60enni) costretta a confrontarsi con gli stili di vita di adolescenti con pochi valori, punti di riferimento, ideologie ed utopie. Uno sguardo onesto e sincero sui rapporti intergenerazionali tra quelli che oggi sono padri irresponsabili e figli che si sentono troppo adulti. 

 

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Pierre Dukan: non chiamatemi stregone

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PARIGI - Monsieur Dukan, avrebbe messo a dieta pure Marilyn Monroe? "Ma no, riconosco anche io che un petto e dei fianchi ben torniti possono essere magnetici per lo sguardo maschile". Il nuovo sacerdote della magrezza si concede una risata prima di tornare serio.

Giorni difficili, per lui. In qualche modo, è intorno alla sua controversa figura che si è estremizzata la sempiterna discussione sui chili di troppo, che prima di lui era catalogata tra i tormentoni estivi. Adesso, invece, è ormai chiaro che con le diete non si scherza, trattasi di questione quasi ideologica. Anche se a pensarci bene c'era già arrivato Totò. "Parliamo di politica. Cosa si mangia stasera?".

 

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Quando Einaudi bocciò Primo Levi

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Hai un manoscritto. Ti dicono che no, non è pubblicabile, non convince. E ci stai male, tu: perché in quel manoscritto ci sono storie di vita e di morte in un lager. Non sono storie. Sono Storie. E tu vuoi che vivano, che ri-vivano. Ma non sei uno di quelli che insistono, tu. Sei un mite. E forse forse tu stesso metti in dubbio il tuo talento (tanto che, anni dopo, dirai: Sono approdato alla qualifica di scrittore perché, catturato come partigiano, sono finto in un lager, come ebreo). Siamo nel 1947, a Torino. Primo Levi ha tra le mani il suo manoscritto, bocciato da Einaudi. E’ stata Natalia Ginzburg a dare il parere negativo.

 

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No comment

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La vendetta del silenzio e le questioni in sospeso

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(...)  "Il prossimo esempio di questione in sospeso non ha niente a che fare con l'odio o con l'elaborazione di un lutto irrisolto. Ha a che fare col dare per scontate le cose buone ... (si interrompe). A proposito, quanti di voi non rivolgono la parola alla suocera da dieci anni o più? (brusio divertito in sala). Non mi aspetto confessioni pubbiche (risate), ma chiedetevi almeno questo: perché la gente che mi disapprova io la tratto ... perché ho bisogno di maltrattarla con la vendetta del silenzio?

Se tua suocera muore domani tu spenderai una fortuna di fiori, facendo un favore solo al fioraio (risate). Ma se domani decidi che dieci anni di punizione sono sufficienti, allora potresti andare a cogliere tu stesso un mazzo di fiori  per poi offrirglielo di persona. Non aspettarti però che lei ti voglia bene o ti ringrazi. Potrebbe addirittura tirarteli in faccia, i fiori, ma tu avrai comunque fatto la tua offerta di pace.

Così, se lei dovesse morire il giorno dopo, proverai dolore ma non avrai nessun lutto da elaborare. Il dolore é naturale, é un dono. L'elaborazione del lutto, invece, é: "Se solo io avessi ..."

 

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The Dougy Letter

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“Un paio di anni fa venni in Virginia a visitare un bambino di nove anni che stava morendo di cancro. E prima di lasciarlo gli dissi che probabilmente aveva molte domande. “Non potrò venirti a trovare spesso in Virginia”, gli feci, “ma se hai qualche domanda scrivimi.”

Un giorno ricevetti una sua lettera. Era di due righe: “Cara Dottoressa Ross mi resta soltanto una domanda. Che cosa è la vita e che cosa è la morte e perché i bambini devono morire? Con affetto, Dougy”.

Capite perché ho un debole per i bambini? Tagliano corto con i salamelecchi. E così gli risposi con una lettera. Non potevo scrivergli grandi concetti. Dovevo usare il suo stesso linguaggio. Così presi una bella scatola di pennarelli a 28 colori, i colori dell’ arcobaleno. Siccome la lettera non mi sembrava ancora abbastanza bella iniziai anche a illustrarla.

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Intervista a Fabiola Gianotti

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BOSONE DI HIGGS/ La ricercatrice: vicini a risolvere il mistero, ma non chiamiamola particella di Dio 

PARLA FABIOLA GIANNOTTI (CERN) - "Ogni passo avanti nella conoscenza fondamentale è un passo avanti per l'umanità verso il progresso e una vita migliore": così la professoressa Fabiola Gianotti, orgoglio della scienza italiana nel mondo - è la coordinatrice di quello che è stato definito "il più grande esperimento del mondo" - spiega l'essenza alla base delle decennali ricerche della fantomatica "particella di Dio". Il soprannome dato al bosone di Higgs a Fabiola Gianotti non piace più di tanto ("Non eleverei tale particella a un tale livello" dice sorridendo), ma quello che è certo è il vivace entusiasmo che traspare dalle sue parole e che la anima quando parla del lavoro in cui è impegnata come coordinatrice del progetto Atlas al Cern di Ginevra.

Insieme a Guido Tonelli, altro orgoglio italiano al Cern, che a sua volta coordina invece il progetto Cms, la Gianotti ha presentato una tappa importantissima nella caccia, che dura da almeno vent'anni, alla particella più famosa del mondo, quella che secondo le teorie dello scienziato scozzese Higgs avrebbe permesso di dare massa alle altre particelle permettendo così qualche miliardesimo di secondo dopo il Big Bang, di dare vita all'universo come lo conosciamo. Il giorno dopo questo annuncio, Fabiola Gianotti è stata contattata da Il Sussidiario.net.

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Detenuti: una mano per ricostruire

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(AGI) - Bologna, 4 giu. - I detenuti nelle carceri dell'Emilia-Romagna tra i protagonisti dell'opera di ricostruzione delle zone terremotate attraverso il loro impiego in lavori socialmente utili: questa l'idea del ministro della Giustizia, Paola Severino, durante la visita al carcere della Dozza di Bologna.

"Vorrei lanciare un'idea - ha detto il ministro - quella di rendere utile la popolazione carceraria, quella non pericolosa, per i lavori di ripresa del territorio".

Riferendosi ai danni causati in Emilia dalle ripetute scosse sismiche, Severino ha spiegato: "Momenti come questi potrebbero vedere anche parte della popolazione dei detenuti tra i protagonisti di un'esemplare ripresa".

 

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Una bella ripulita

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Non voglio essere troppo dura con la Madre Chiesa di Papa Ratzinger ma la visita pastorale anestetizzante nella mia città era diventata quasi una necessità:  un bel colpo di spugna su una serie di macchie più o meno nere, più o meno vistose, che insudiciavano alcune delle vesti vaticane.

Divisioni, scontri e tensioni che in questi ultimi tempi eran difficili da digerire, verranno così più facilmente metabolizzati dalla vicinanza del Santo Padre e perdonati al più presto dalle folle festanti.

Il Papa si è espresso molto in questi tre giorni di visita e sebbene non abbia proprio ascoltato i suoi discorsi qualcosa mi é arrivato; tra le sue dichiarazioni ce n'é qualcuna che merita un breve commento.  Andiamo con ordine.

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Johanna Budwig

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La Dott.ssa Johanna Budwig (30 Settemre 1908 – 19 Maggio 2003), nominata sette volte per il Premio Nobel, era una qualificata chimico-farmacologa tedesca ed una studiosa di fisica laureatasi con distinzione in entrambe queste specializzazioni nel 1936 e nel 1938.

Per le sue conoscenze degli acidi grassi fu considerata, a livello internazionale, come la principale autorità in questo campo. Ella fu una delle prime studiose a rendersi conto dell’effetto dannoso dei metodi usati per il trattamento degli acidi grassi essenziali e nel corso delle sue ricerche studiò approfonditamente gli effetti nocivi che gli acidi grassi idrogenati e gli altri grassi denaturati avevano sulla salute umana.

Durante le sue ricerche la Dott.ssa Budwig studiò i campioni di sangue di persone malate e persone sane al fine di verificare se vi fosse una qualsiasi differenza fra la loro qualità. Dopo aver analizzato migliaia di campioni di sangue, ella scoprì che nel sangue delle persone sane vi era un più alto contenuto di grassi Omega 3.

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Romanzo

La storia dell'uomo e
della scoperta
dei Fiori di Bach.

Booktrailer

Il Romanzo è alla 3° edizione. 


Parole per pensare

“L'attenzione è la forma più rara e più pura della generosità. A pochissimi spiriti è dato scoprire che le cose e gli esseri esistono."

Simone Weil, Corrispondenza, pag. 13

«Quanto siamo stanche io e te. Dovremmo riposarci un po’» dice Donatella a Beatrice mentre il Valium fa effetto sul lungomare di Viareggio all’imbrunire, è un dialogo che ti rimane dentro, come tutta La pazza gioia.

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«Quanto siamo stanche io e te. Dovremmo riposarci un po’» dice Donatella a Beatrice mentre il Valium fa effetto sul lungomare di Viareggio all’imbrunire, è un dialogo che ti rimane dentro, come tutta La pazza gioia.

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Fiori di Bach e Cartoons 15 Pimpi


 ASPEN

Se hai paura,

ma non sai bene di cosa