Mangiabiologico.it

di Valeria Ballarati

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Obbedienza e libertà

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In questo mondo che passa, e passando consuma ogni cosa; in questo mondo che ora fa gioire per il semplice fatto di esserci, ora gemere di rabbia e di dolore come schiavi alla catena; in questo mondo teatro dell'essere e del nulla, libera scelta e cieco destino, allegria della mente e disperazione dell'anima; in questo mondo di fantasmi e di poesia, io non conosco nulla di più grande del bene.

Se c'è una dimensione nella quale é possibile non dico superare, dico per lo meno sopportare, il fluire inesorabile di esseri viventi che nascono e muoiono, tutti necessariamente incatenati alla brama di cibo e di orgasmo e di un posto sul palcoscenico per poter essere qualcuno e ricever così la propria dose di applausi e di denaro, questa dimensione, sola possibile liberazione dai morsi della triplice catena, é il bene. Chi fa il bene si libera, almeno per un po', dalla catena alimentare, sessuale, sociale; chi no, no. Rimane servo.

 

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Anand Nagar

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Qualche giorno prima, scendendo dal treno, Paul Lambert* era andato a far visita al vescovo di Calcutta. Questi abitava in una bella casa di stile coloniale circondata da un vasto giardino in un quartiere residenziale. Era un angloindiano di una cinquantina d'anni, dall'aspetto maestoso nella sua tonaca bianca. Portava una calotta viola e l'anello episcopale di ametista al dito.

"Sono venuto a vivere con i poveri" gli aveva detto semplicemente il sacerdote francese. "Non stenterà a trovarli" aveva sospirato il prelato. "Purtroppo qui ci sono poveri dappertutto". E aveva dato a Paul Lambert due righe di raccomandazione per il parroco della parrocchia di un quartiere popolare dall'altra parte del fiume.

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Welcome to Spoon River

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Il Reverendo Lemuel Wiley

Predicai quattromila sermoni,
condussi quarante revivals,
e battezzai molti convertiti.
Eppure nessuna mia azione
brilla più fulgida nel ricordo del mondo
e nessuna é a me più cara:
guardate come salvai i Bliss dal divorzio
e tenni i bambini lontani dalla sventura
perché crescessero uomini e donne morali,
felici essi stessi, un vanto per il villaggio.

(segue ...)

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Non é mancanza, é presenza

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Parlo con Rafaniello*, oggi abbiamo tempo, non vi viene la mancanza del paese vostro, chiedo.

Il suo paese non c'é più, non ci sono rimasti i vivi e neppure i morti, li hanno fatti sparire tutt'insieme: "Non sento la mancanza, dice, sento la presenza. Nei pensieri o quando canto, quando aggiusto una scarpa, sento la presenza del mio paese. Mi viene a trovare spesso, ora che non ha più un posto suo.

Dentro la chiamata dell'acquaiuolo che sale col carretto sopra Montedidio a vendere l'acqua zurfegna*, solforosa nelle terracotte, pure dalla sua voce mi arriva qualche sillaba del paese mio".

 

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Per me la scrittura ...

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"Per me la scrittura é sempre stato il contrario del lavoro. Io facevo un lavoro che é stato per molti anni un lavoro manuale che si mangiava tutta la mia giornata -  ho fatto per quasi vent'anni il mestiere di operaio - e la scrittura stava messa nella nicchia, in una nicchia di scampo, in un pezzetto di tempo salvato alla fine della giornata. Stava messa proprio come a contrappeso a dare giustificazione o ad essere il tempo salvato di quella giornata."

http://www.scrittoriperunanno.rai.it/scrittori.asp?currentId=26

 

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