Lettera di Simone a joe 12 maggio 42
Lo ringrazia del suo contributo, che attraverso lei forse gioverà ad altri. ‘Forse alcuni di loro le saranno debitori, nell’approssimarsi dell’istante supremo, della dolcezza di uno scambio di sguardi’.
Simone gli scrive che è privilegiato a percepire gli avvenimenti di guerra nella loro realtà, quando sia chi combatte che chi assiste da fuori è preda di una sorta di irrealtà. Ricostruisce da vent’anni i destini di chi è stato preso e lasciato, o menomato dalla guerra, e di nuovo a breve altri verranno chiamati alla stessa sorte. Simone vuole incoraggiarlo. Dice in metafora che lui è pronto a rompere l’uovo, immagine antica. L’uovo è il mondo visibile. Il pulcino è l’amore, amore è Dio stesso che abita nel profondo di ogni uomo come seme invisibile. Quando il guscio è rotto e l’Essere uscito, ha per oggetto ancora questo stesso mondo, ma non vi è più racchiuso dentro. Il corpo é lasciato in un angolo mentre lo spirito viene trasportato fuori dallo spazio dove il mondo visibile si vede tal quale (non da un punto personale prospettico); lo spazio, comparato all’uovo, è infinito alla terza potenza. L’istante è immobile, il silenzio denso riempie lo spazio e non è assenza di suono: è sensazione positiva del suono della parola segreta AMORE che sin dall’inizio ci abbraccia.