Si parla di febbre quando la temperatura corporea supera i 37-37,5°. La febbre è uno dei segnali più comuni di un'alterazione dei parametri fisiologici dell'organismo, in particolare del Centro di termoregolazione che si trova nell'ipotalamo, a causa di una «perturbazione» esterna. «La febbre spesso spaventa perché dà malessere, ma è il segnale di un'iniziale risposta dell'organismo contro le aggressioni, orientata all'eliminazione dell'agente perturbante — spiega Raffaele Manna, direttore del Centro di ricerca sulle febbri periodiche del Policlinico Gemelli di Roma —.
Le cellule del sistema immunitario vengono infatti stimolate dagli agenti infettivi o infiammatori a produrre citochine, sostanze che entrano in gioco quando qualcosa è alterato rispetto alla norma. Una in particolare, la IL-1, agisce sul CTR facendogli aumentare la temperatura di qualche grado oltre il livello normale. Ciò provoca i brividi, che servono a produrre calore, e il senso di freddo, causato dalla vasocostrizione cutanea che riduce la perdita di calore. Quando l'infezione comincia a guarire, il livello stabilito dal "termostato" si abbassa tramite la vasodilatazione cutanea e la sudorazione, che consentono di disperdere una maggior quantità di calore e abbassare la temperatura».