Giovedì 08 Dicembre 2011 00:00
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Care donne che eravate in piazza con noi il 13 febbraio, a rivendicare dignità e rispetto, care tutte le altre, italiane per nascita o per scelta. Care donne che non hanno perso il coraggio, la voglia di esserci, il progetto di contare, la speranza di uscire da questi anni di fango. Care donne singolari e plurali, diverse l’una dall’altra, sorelle compagne amiche, figlie e madri, siamo di nuovo qui, tutte unite, perché tutte unite siamo una forza e con “una forza” è ora che facciano i conti. Tutti. Siamo una forza, per quante siamo e per come siamo.
Siamo quelle che tengono insieme affetti e lavoro, cura e responsabilità, libertà e senso del dovere. Siamo quelle che il diritto di essere cittadine se lo guadagnano giorno per giorno sulle barricate della vita quotidiana. Non c’è da uscire solo da una crisi economica, ma da una crisi politica, una crisi istituzionale, una crisi morale, da una logica, un immaginario, un ordine.
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Martedì 06 Dicembre 2011 00:00
Davide, 16 anni. È lui il primo, anonimo autore del libro di Nicola Gratteri e Antonio Nicaso La mafia fa schifo – Lettere di ragazzi da un Paese che non si rassegna (Strade Blu, Mondadori, 144 pagine, 17 euro). Davide, uno delle migliaia di ragazzi e ragazze che hanno dialogato e seguito in questi anni Gratteri, tra i magistrati più esposti nella lotta alla ‘ndrangheta e Nicaso, tra i maggiori esperti di criminalità, nella prima pagina racchiude meglio di ogni recensione l'anima di questo libro.
Davide, infatti, scrive, che «i mafiosi sfuggono a ogni cliché. Coppola e lupara sono state sostituite da giacca e cravatta. C'è chi spara ma c'è anche chi si muove senza dare nell'occhio. C'è chi spara ma c'è anche chi si muove senza dare nell'occhio. Alcuni hanno la faccia innocua da brava persona, altri il ghigno beffardo di chi ha potere e denaro. Come possiamo riconoscerli? Non è facile, molte volte sono insospettabili».
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Mercoledì 07 Dicembre 2011 00:00
Ho sempre sentito parlare di Cesare Boni.
Persone venivano ad acquistare i suoi libri in negozio, conoscenti avevano assistito a seminari, alcuni amici addirittura lo conoscevano ed ho recentemente scoperto che anche mio fratello seguì uno dei suoi corsi di formazione quando era clown di corsia. A me, sfortunatamente, non é mai capitato.
"Se non l'hai sentito parlare, é un'occasione mancata" mi disse e credo avesse ragione.
Ed é così, per sentirlo parlare, che ho chiesto ed ottenuto dall'associazione la registrazione di uno dei suoi seminari: il link é più sotto.
Docente di "Psicologia del ciclo della Vita" all'Univesità Federico II° di Napoli, autore di libri e relatore di seminari in Italia a all'estero, era considerato uno dei maggiori esperti dell'argomento di cui si occupava. "Era" perché non é più tra noi dall'anno scorso.
All'inizio della registrazione racconta di Napoli un episodio molto simpatico.
Insegnava nella regione campana ma abitando nella zona dei Castelli Romani si recava nella città partenopea il giorno precedente le lezioni e la mattina faceva colazione in un famosissimo bar pasticceria: il Gran Bar Riviera. Alle otto di mattina potete immaginare come fosse gremito.
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Lunedì 05 Dicembre 2011 00:00
Caro presidente,
Lei conosce perfettamente l'importanza storica per il nostro Paese e per l'Europa (oseremmo dire per il mondo intero) delle decisioni che il suo governo oggi assumerà. Dobbiamo confessarle, con tutto il rispetto per il compito difficilissimo che Lei sta svolgendo, che le indiscrezioni che leggiamo sui giornali ci preoccupano e speriamo davvero che Lei e il Suo governo le smentiscano con i fatti.
Quattro erano i punti che a noi parevano essenziali. Primo, per quanto riguarda i conti, ridurre le spese, più che aumentare le tasse. Secondo, preoccuparsi non tanto del saldo della manovra, ma della sua qualità, soprattutto guardando agli effetti sulla crescita. Terzo, dal punto di vista del metodo e del significato politico (anche questo importante) abbandonare la concertazione, perché comunque a quel tavolo non hanno accesso i giovani e chiunque non ha rappresentanza. Infine attaccare senza esitazioni i costi della politica e chiudere i mille canali che consentono di evadere le tasse. Insomma, dare un segnale netto.
Leggiamo invece che dopo i passi iniziali, che sembravano assai incoraggianti, la manovra si sta delineando secondo le solite modalità: aumenti di imposte, pochissimi tagli, incontri con le cosiddette parti sociali (cioè concertazione), nessuna riduzione dei costi della politica.
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