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di Valeria Ballarati

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il Bar Philadelphia a Grottaferrata (Roma)

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Grottaferrata | Il Bar Philadelphia, un luogo di gentilezza dove i libri tornano a vivere e il caffè costa ancora 0,80 centesimi


Il Bar Philadelphia, in Via XX Settembre 22 a Grottaferrata, è un punto di riferimento per chi cerca un buon caffè e un'atmosfera di accoglienza e convivialità.

Aperto nel 1997, dal 2019, sotto la gestione di Claudio Mecozzi, il locale ha mantenuto un suo spirito autentico, sobrio e vitale.

Uno degli aspetti che rende il bar unico è la combinazione tra la qualità del servizio e l'offerta culturale. Grazie ad una sorta di 'book crossing', i clienti possono scambiare libri, creando una vera e propria comunità di lettori, oppure portare o prelevare dei testi. Il "Philadelphia" è un luogo dove i libri tornano a vivere, offrendo uno spazio e un punto di incontro speciale per chi ama la lettura.

Claudio è apprezzato per la sua gentilezza e disponibilità. La sua presenza rende il bar un luogo dove la conversazione e la socialità sono parte integrante dell'esperienza. Che si tratti di una semplice chiacchierata o di uno scambio di idee, il Philadelphia si distingue come un posto dove il calore umano è tanto importante quanto la qualità dei prodotti che vengono offerti a un prezzo sorprendentemente basso. Un caffè, ad esempio, costa 0,80 centesimi.

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Antidoti

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Antidote form of Poisoning 2573848 Vector Art at VecteezyDopo aver terminato la tesi mi accorsi di avere ancora qualcosa da dire rispetto alle riflessioni della grande filosofa Simone Weil. ANTIDOTI è il risultato di alcuni pensieri postumi di quei giorni su avvenimenti di cronaca, sul colonialismo, sul lavoro.

Spero lo troverete interessante.

Nella favola n. 220 di Igino[1] già pubblicata su questo sito nel dicembre 2023, attribuita all’astronomo Hyginus del I secolo, si parlava di «Cura».

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TESI 3.2 Obbligo e rispetto

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Come abbiamo visto Simone Weil parlava un linguaggio spirituale ma teso ai bisogni materiali. Negli ultimi mesi della sua vita scrive la Dichiarazione dei doveri verso un essere umano[1] dove distingue nettamente l’individuo dalla sua appartenenza alla collettività. Questa distinzione appare significativa nel mondano, sebbene sia (a ragione) insignificante per Weil.

“L’obbligo lega solo gli esseri umani. Non c’è obbligo per le collettività come tali. Ve ne sono invece per tutti gli esseri umani che compongono, servono, comandano o rappresentano una collettività, tanto per la parte della loro vita che è legata alla collettività quanto per quella che ne è indipendente.”[2]

Sul concetto di Obbligo torno tra un attimo, vediamo prima perché la distinzione appare importante.

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TESI 3.3 La retrovia

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Da ultimo vorrei dire due parole sul temperamento generoso, appassionato e disarmante di Simone Weil, decisivo nelle scelte e di conseguenza nelle esperienze della sua vita.

Come anticipato nel primo capitolo la particolarità del suo carattere era un’intelligenza pronta legata però all’azione: azione e pensiero andavano di pari passo. Non riusciva a pensare rimanendo inerte, riteneva che quando si agisce l’anima si libera in virtù dell’interruzione di un’attività meccanica, a fronte di un lampo di attenzione, perché “un atto privo di attenzione e di consapevolezza non era davvero libero”.[1] Per questa ragione non le piaceva stare in quella che definiva la retrovia.

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TESI 3 Dall'oppressione alla cura dell'altro: vie possibili 3.1 cercare la verità

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Capitolo 3 - Dall'oppressione alla cura dell'altro: vie possibili

Qu’on ne dit pas que je n’ai rien dit de nouveau:

la disposition des matières est nouvelle;

quand on joue a la paume,

c’est une même balle dont on joue l’un et l’autre,

mais l’un la place mieux.

Pensée 65 – Blaise Pascal[1]

3.1 Cercare la verità (e il Bene)

La ricerca della verità era la vocazione centrale in Simone Weil. Nel cercarla come nutrimento della mente Weil andava dritta al punto: era essenziale informarsi ma l’informazione disponibile doveva fornire esclusivamente elementi utili ai fruitori, indicando concetti e idee, e rappresentando eventi reali da cui ricavare esperienze o formarsi le opinioni; se l’informazione rilasciata era erronea, inesatta o imprecisa si fuorviavano i pensieri di chi leggeva fiducioso:

“Al libro che leggono, essi prestano fede. Non abbiamo il diritto di nutrirli di menzogne.”[2]


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