Il corteo antispecista che vorremmo dovrebbe essere un corteo coeso, compatto e deciso, un corteo pieno di cartelloni, frasi e testi inneggianti alla liberazione animale e alla fine dello specismo della società umana.
Dovrebbe essere un corteo di persone libere e informate, di persone che leggono, che pensano, che si scambiamo opinioni e idee, che si confrontano e – perché no? – che si scontrano per sostenere un’idea, ma sempre tenendo presente l’obiettivo finale, e sempre con la consapevolezza che mai nessun fine giustifica i mezzi.
“Sono state dette e fatte tante cattiverie nei confronti di Mia. Molti sciacalli hanno speculato sul suo nome, infangando il suo modo di essere. A cominciare dalle case discografiche, che quando era in vita le inflissero penali salatissime solo perché lei non voleva seguire i loro percorsi commerciali, fino al Premio Mia Martini che fanno ogni anno a Bagnara Calabra, in cui arrivano a chiedere intorno ai 500 euro ai ragazzi che si iscrivono. Beh, voglio mettere fine a questa speculazione e ridare a Mia ciò che merita”.
A parlare è un’agguerritissima Leda Bertè, sorella maggiore della cantante di origini calabresi, che ha deciso di dar vita alla Fondazione Mia Martini, presentata oggi a Roma. Con questa iniziativa, patrocinata dalla Provincia di Roma, vuole “costruire una casa” definitiva in cui accogliere il lavoro artistico e il ricordo di Mia Martini, nome d’arte di Domenica Bertè.
Addio a Gaetano Tumiati, il giornalista che sapeva insegnare di Valeria Gandus
Ci sono le grandi firme e quelli che stanno dietro le quinte, a confezionare bei giornali, proprio come un buon sarto taglia, cuce e confeziona un bel vestito.
Gaetano Tumiati era uno di loro. Era, perché è morto ieri (28 ottobre 2012, n.d.r.) alla ragguardevole età di 92 anni, in buona parte spesi a fare, bene, la professione che amava: prima grande inviato di Esteri e, in seguito, roccioso uomo di desk. Fu il primo giornalista occidentale a visitare e raccontare la Cina di Mao e gli piaceva rievocare come ci riuscì: era un giovane redattore del glorioso quotidiano socialista l’Avanti! quando un giorno Pietro Nenni, in visita alla redazione milanese, gli chiese di che cosa gli sarebbe piaciuto scrivere. “Della Repubblica popolare cinese” rispose Gaetano. Detto, fatto: Nenni prese un foglio di carta intestata dell’Avanti! e scrisse di suo pugno: “Cher camarade Mao Tse Tung, …”.
Santoro, Floris e compagnia bella hanno inventato una nuova categoria professionale: i Professionisti del Malcontento. Anzi, sanno proprio cavalcare il malcontento dilagante per far tv ed incrementare il loro lavoro. Però non vediamoli come degli sciacalli che si cibano dei disagi della gente per nutrire il loro budget, sarebbe troppo cattivo da parte nostra. Vediamoli semplicemente come i professionisti del malcontento. Qualcuno dovrà pur farlo questo duro lavoro. Saluti. ellenyca72
Risposta: Professionisti e, in più, si sacrificano anche per il nostro bene.
Commento: anche gestire il malcontento tv é uno sporco lavoro, ma qualcuno dovrà pur farlo.
Molti ricorderanno la decisione del sindaco di Ponteranica, Cristiano Aldagani, di togliere l’intestazione della Biblioteca Comunale a Peppino Impastato. Come per la vicenda dei Soli delle Alpi di Adro, il provvedimento assunse un valore simbolico e programmatico, soprattutto perché fu il primo atto in assoluto della giunta appena eletta. Erano i tempi del leghismo rampante al grido di “Padroni a casa nostra” e un eroe forestiero (per usare un eufemismo) nel comune appena conquistato non ci poteva stare. La targa venne divelta e sei-settemila sostenitori dell’attivista di Cinisi, ucciso dalla mafia il 9 maggio del 1978, sfilarono per il paese in segno di protesta. Tutti provenienti da fuori, perché Ponteranica restò indifferente e si stancò ben presto delle polemiche, che sono riprese recentemente quando è scattata la seconda fase del “piano Aldegani”, ovvero l’intitolazione della biblioteca al padre Sacramentino Giancarlo Baggi.
L’idea dei ragazzi del circolo culturale “Rosa Bianca” nasce da qui: restituire una biblioteca a Peppino (anche se a Bergamo, visto che nel confinante feudo di Aldegani non è stato possibile) e cercare di infrangere quel muro di ostilità e indifferenza che hanno eretto gli abitanti del ricco sobborgo, ponendosi nei loro confronti in una logica costruttiva.
(AGI) - Roma, 24 ott. - Il Codacons esprime forte preoccupazione per il nuovo stop ai vaccini disposto dal Ministero della Salute e dall'Aifa.
"Il Ministro Balduzzi - spiega - deve dire chiaramente se ci sono o meno rischi per la salute degli utenti, e se ora si registreranno ritardi nella fornitura dei vaccini nel nostro paese". In particolare l'associazione chiede di poter "capire cosa sta succedendo, e come sia possibile che numerosi vaccini antinfluenzali siano ritirati dal commercio o vietati - spiega il Presidente Carlo Rienzi - Dopo il caso dei vaccini prodotti dalla Crucell e ritirati dal mercato, ora anche la Novartis finisce nel mirino del Ministero e dell'Aifa". "Le autorita' sanitarie italiane ed europee - continua il Codacons - devono aprire una inchiesta per fare chiarezza ed informare correttamente i cittadini". Sulla questione il Codacons ha gia' denunciato nei mesi scorsi come in Italia, nonostante la legge imponga solo 4 vaccini pediatrici obbligatori, ne vengano somministrati 6, una scelta illogica e dannosa che costa alla collettivita' 114 milioni di euro annui.
Commento:
a rigor di logica, se li hanno ritirati un rischio per la salute c'é ... leggete qui.
Sui vaccini avevo scritto un articoletto anni fà, che vi ripropongo qui.
Saranno celebrati domenica alle 16 nella chiesa di Santa Maria Degli Angeli a Roma i funerali di Stato di Tiziano Chierotti, 24 anni, il caporale degli Alpini ucciso in una sparatoria in Afghanistan. Lo ha riferito Matteo Mineo, comandante del Distaccamento del 2/o Reggimento Alpini attualmente in Afghanistan, di cui Chierotti faceva parte. La salma rientrera' domenica alle 10 nella capitale. Dopo la cerimonia funebre sara' trasferita a Taggia per la tumulazione.
Convenzione non è una parola molto usata nella politica italiana, nemmeno nei movimenti delle donne. La rimise al centro dell’attenzione, negli anni ’90, Lidia Menapace, una delle più autorevoli esponenti del femminismo italiano, non solo per lanciare una convenzione di donne contro le guerre, con la quale dire che la dimensione bellica doveva essere messa al bando dalla storia umana, ma anche per indicare una strada politicamente interessante: dal momento che non è semplice lavorare insieme, quando i soggetti collettivi che si incontrano hanno storie e identità strutturate, la convenzione può essere uno strumento leggero che rende possibile, su obiettivi comuni, fare percorsi a tema.
Unire le forze di fronte alla necessità di non disperdersi, mantenendo la propria specificità, e affermare che su un argomento, un progetto, una emergenza si deve stare insieme, tante e diverse ma con una voce sola.
E’ per questo che alcune realtà femministe italiane, tra le quali Udi, la Casa internazionale delle donne, la rete di giornaliste Giulia, Telefono rosa onlus, DiRe e Piattaforma Cedaw hanno lanciato non solo un appello, ma una convenzione alla quale aderire in previsione del 25 novembre, data ormai riconosciuta come la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Per chi voglia sapere cosa propone questa convenzione e quali siano i cardini sui quali si muove e chiede adesioni il link è http://convenzioneantiviolenzanomore.blogspot.it/p/blog-page.html.
C’è sempre qualcuno che deve dirci che abbiamo sognato o che eravamo consenzienti, c’è sempre qualche uomo che deve dirci quello che dobbiamo vedere. Secondo lui.
Mentre l’avvocato Marcello Adriano Mazzola scriveva il post sull’inconsistenza del femminicidio, a Trecastagni, in provincia di Catania, un uomo tentava di uccidere la moglie che stava facendo un bagno, gettando un phon nella vasca, e dopo averla cosparsa di alcol, l’ha inseguita con l’accendino. Voleva darle fuoco.
Il tentato femminicidio di Trecastagni, è avvenuto a tre giorni esatti da quello di Carmela e dal ferimento di sua sorella Lucia. Per fortuna non si sono puntualmente verificati i canonici tre giorni che scandiscono la sequenza di femminicidi. Una casistica di cui le femministe dai temi dislessici vanno “cianciando e ciarlando“: l’avvocato Adriano Mazzola così è solito rivolgersi alle donne. Non parla come un misogino ma perché mette un tocco di savoir faire in un linguaggio politicamente corretto e adoperato da chi si occupa di pari opportunità in qualche commissione di rilievo. Se fosse maschilista o misogino chissà come si rivolgerebbe alle donne.
Sono belli, ogni albero lo é, che sia una quercia, una robinia, un piccolo giunco.
Hanno una funzione sociale: purificano l'aria, riparano dal sole facendo ombra, con le loro radici compattano il terreno così che non ci siano smottamenti. Sono generosi: danno i frutti e fiori a chiunque, non chiedendo nulla in cambio. Sono innocui: non parlano, non guardano, non fanno male. Eppure inutilmente vengono tagliati. Senza neppure porsi troppe domande ...