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di Valeria Ballarati

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No more femminicidio: quando le parole contano

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Convenzione non è una parola molto usata nella politica italiana, nemmeno nei movimenti delle donne. La rimise al centro dell’attenzione, negli anni ’90, Lidia Menapace, una delle più autorevoli esponenti del femminismo italiano, non solo per lanciare una convenzione di donne contro le guerre, con la quale dire che la dimensione bellica doveva essere messa al bando dalla storia umana, ma anche per indicare una strada politicamente interessante: dal momento che non è semplice lavorare insieme, quando i soggetti collettivi che si incontrano hanno storie e identità strutturate, la convenzione può essere uno strumento leggero che rende possibile, su obiettivi comuni, fare percorsi a tema.

Unire le forze di fronte alla necessità di non disperdersi, mantenendo la propria specificità, e affermare che su un argomento, un progetto, una emergenza si deve stare insieme, tante e diverse ma con una voce sola.

E’ per questo che alcune realtà femministe italiane, tra le quali Udi, la Casa internazionale delle donne, la rete di giornaliste Giulia, Telefono rosa onlus, DiRe e Piattaforma Cedaw hanno lanciato non solo un appello, ma una convenzione alla quale aderire in previsione del 25 novembre, data ormai riconosciuta come la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Per chi voglia sapere cosa propone questa convenzione e quali siano i cardini sui quali si muove e chiede adesioni il link è http://convenzioneantiviolenzanomore.blogspot.it/p/blog-page.html.

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Femminicidio: nessun dubbio, parla la cronaca

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C’è sempre qualcuno  che deve dirci che abbiamo sognato o che eravamo consenzienti, c’è sempre qualche uomo che deve dirci quello che dobbiamo vedere. Secondo lui.

Mentre l’avvocato Marcello Adriano Mazzola scriveva il post sull’inconsistenza del femminicidio, a Trecastagni, in provincia di Catania, un uomo tentava di uccidere la moglie che  stava facendo un  bagno, gettando un phon nella vasca, e dopo averla cosparsa di alcol, l’ha  inseguita con l’accendino. Voleva darle fuoco.

Il tentato femminicidio di Trecastagni, è avvenuto a tre giorni esatti da quello di Carmela e dal ferimento di sua sorella Lucia. Per  fortuna non si sono  puntualmente verificati i canonici tre giorni che scandiscono la sequenza di femminicidi. Una casistica di cui le  femministe dai temi dislessici vanno “cianciando  e ciarlando“: l’avvocato Adriano Mazzola così è solito rivolgersi alle donne. Non parla come un misogino ma perché mette un tocco di savoir faire in un  linguaggio politicamente corretto e adoperato da chi si occupa di pari opportunità in qualche commissione di rilievo. Se fosse maschilista o misogino chissà come si rivolgerebbe alle donne.

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Vorrei

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Vorrei conoscer l'odore del tuo paese,
camminare di casa nel tuo giardino,
respirare nell' aria sale e maggese,
gli aromi della tua salvia e del rosmarino.

Vorrei che tutti gli anziani mi salutassero
parlando con me del tempo e dei giorni andati,
vorrei che gli amici tuoi tutti mi parlassero,
come se amici fossimo sempre stati.

Vorrei incontrare le pietre, le strade, gli usci
e i ciuffi di parietaria attaccati ai muri,
le strisce delle lumache nei loro gusci,
capire tutti gli sguardi dietro agli scuri

 

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Gli esseri più miti al mondo

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Gli esseri più miti al mondo sono gli alberi.

Sono belli, ogni albero lo é, che sia una quercia, una robinia, un piccolo giunco.

Hanno una funzione sociale: purificano l'aria, riparano dal sole facendo ombra, con le loro radici compattano il terreno così che non ci siano smottamenti. Sono generosi: danno i frutti e fiori a chiunque, non chiedendo nulla in cambio. Sono innocui: non parlano, non guardano, non fanno male. Eppure inutilmente vengono tagliati. Senza neppure porsi troppe domande ...

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Foglietto illustrativo

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Sono un tranquillante.
Agisco in casa,
funziono in ufficio,
affronto gli esami,
mi presento all'udienza,
incollo con cura le tazze rotte -
devi solo prendermi,
farmi sciogliere sotto la lingua,
mandarmi giù con un sorso d'acqua.

 

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