"C’è una visione, e una versione, del desiderio maschile sul corpo femminile che lo vuole come una superficie sulla quale proiettare il proprio desiderio”. Ieri, a Vicenza (città nella quale qualche anno fa si discusse molto a partire dall’episodio della ragazza-vassoio, sul cui corpo svestito fu allestito un banchetto per un evento commerciale, non una riedizione della performance surrealista di Meret Oppenheimer dei primi del ’900), queste parole le ha pronunciate un uomo.
Sandro Bellassai, docente universitario e attivista del gruppo Maschile-plurale, era insieme a me invitato a dibattere sul corpo femminile tra mercato, realtà e immagine su invito del Forum delle associazioni femminili vicentine, che raccoglie gruppi che vanno dalle attivissime suore orsoline al gruppo femminista Femminile-plurale.