Mangiabiologico.it

di Valeria Ballarati

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Cattive abitudini, colpi di grazia e autogol

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Per la Chiesa il non pagare l'ici é stata solo una cattiva abitudine avallata da tutta una serie di situazioni e di governi.

Molte associazioni in Italia si occupano di "far del bene" e il restante no-profit italiano poco conosciuto, non altolocato e per niente altisonante - Amani for Africa, i Clown di corsia -  quando ha immobili di proprietà paga l'ici senza fare tante storie. Forse che questi volontari svolgano un servizio alla collettività meno utile di quanto non si faccia negli asili parrocchiali? Forse che Amani, rivolgendo le sue attività ad un altro continente, non allevi abbastanza le ferite? Non é dello stesso genere di solidarietà e sussidiarietà di cui stiamo parlando? Si, certo che si.

Innanzitutto non ci sarà nessun autogol: l'imu richiesta dallo Stato non si riferisce ai luoghi dove si prestano servizi socio-assistenziali ma alle restanti attività commerciali religiose, cioé a tutte quelle strutture che guadagnano dalle più disparate iniziative commerciali -  dagli incontri sulle costellazioni familiari alle convention di più giorni indette da grandi aziende, con servizio B&B - ospedali, pensionati per anziani, scuole private, musei e attività di vendita ubicate all'interno dei luoghi di culto.

Analizziamo ad esempio la situazione di alcune scuole religiose private parificate - paritarie - giacché ne conosco più di qualcuna.

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Protesta in Via del Corso a Roma

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Chiusi nelle gabbie: come gli animali di allevamento che ogni giorno vengono uccisi per essere mangiati o diventare capi di vestiario.

In via del Corso é andata in scena la protesta-schock degli attivisti di Animal Equality organizzazione che si batte per i diritti degli animali promuovendo uno stile di vita vegan. Un'azione dimostrativa dal forte impatto emotivo, portata avanti anche attraverso gigantografie di immegini crude scattate negli allevamenti.

Stefano Bottioni, portavoce di Animal Equality in Italia, spiega il senso dell'iniziativa: due miliardi e mezzo di animali, di individui capaci di provare sensazioni come dolore, paura, angoscia, esattamente come noi, vengono uccisi solo in Italia per il consumo di prodotti di origine animale. E' nostro compito e dovere esporre all'opinione pubblica la realtà di quello che accade negli allevamenti e nei macelli e proporre delle soluzioni affinché tutto questo finisca definitivamente. Adottare innanzitutto uno stile di vita vegan, ovverso, senza consumare prodotto di origine animale, é una delle immediate cose da fare; quello che per noi é un primo e semplice cambiamento, per gli animali può valere una vita. di Manuel Massimo, Repubblica 

Commento:

non fatevi spaventare dal termine "vegan" e dall'immediata sensazione di dover rinunciare a qualcosa perché non é così!

Abbiamo più volte visto ricette vegan che non hanno nulla da invidiare alla tradizione classica, e sto pensando ad esempio alla pasta alla carbonara, perfettamente vegan-riproducibile anche senza la povera guancia del maiale (il guanciale).

Essere vegan é prima di tutto un'attitudine e coinvolge dapprima il nostro modo di essere: se siete già inclini all'amore per un animale non vi sarà difficile. E poi potete venire qua e io vi mostro quante cose belle e senza crudeltà potete sgranocchiarvi.

 

Ci piace che tu sia diversa

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(...) Lì li per scoppiare a piangere, Fortunata gli riferì tutto quello che Mattia (lo scimpanzè, n.d.r.) gli aveva strillato. Zorba le leccò le lacrime e all'improvviso si sentì miagolare come non aveva mai fatto prima.

"Sei una gabbiana. Su questo lo scimpanzé  ha ragione, ma solo su questo. Ti vogliamo tutti bene Fortunata. E ti vogliamo bene perché sei una gabbiana, una bella gabbiana. Non ti abbiamo contraddetto quando ti abbiamo sentito stridere che eri un gatto, perché ci lusinga che tu voglia essere come noi, ma sei diversa e ci piace che tu sia diversa. Non abbiamo potuto aiutare tua madre, ma te si. Ti abbiamo protetta fin quando sei uscita dall'uovo. Ti abbiamo dato tutto il nostro affetto senza alcuna intenzione di fare di te un gatto. Ti vogliamo gabbiana. Sentiamo che anche tu ci vuoi bene, che siamo i tuoi amici, la tua famiglia, ed é bene che tu sappia che con te abbiamo imparato qualcosa che ci riempie di orgoglio: abbiamo imparato ad apprezzare, a rispettare e ad amare un essere diverso. E' molto facile accettare e amare chi é uguale a noi, ma con qualcuno che é diverso é molto difficile, e tu ci hai aiutati a farlo. Sei una gabbiana e devi seguire il tuo destino di gabbiana. Devi volare. Quando ci riuscirai, Fortunata, ti assicuro che sarai felice, e allora i tuoi sentimenti verso di noi e i nostri verso di te saranno più intensi e più belli, perché sarà l'affetto tra esseri completamente diversi"

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Se ci scandalizza una mamma che allatta il figlio

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La censura irrompe sul social network

Non si sa quale aggettivo usare, se ipocrita, stupido o semplicemente ridicolo, per definire il divieto, tra le regole auree imposte da Facebook, di mostrare donne che allattano al seno.

Forse tutti e tre insieme.

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La catena del segreto

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Una delle più gran consolazioni di questa vita é l'amicizia; e una delle consolazioni dell'amicizia è quell'avere a cui confidare un segreto.

Ora, gli amici non sono a due a due, come gli sposi; ognuno, generalmente parlando, ne ha più d'uno: il che forma una catena di cui nessuno potrebbe trovar la fine.

Quando dunque un amico si procura quella consolazione di deporre un segreto nel seno d'un altro, dà a costui la voglia di procurarsi la stessa consolazione anche lui. Lo prega, é vero, di non dir nulla a nessuno; e una tal condizione, chi la prendesse nel senso rigoroso delle parole, troncherebbe immediatamente il corso delle consolazioni. Ma la pratica generale ha voluto che obblighi soltanto a non confidare il segreto, se non a chi sia un amico ugualmente fidato, e imponendogli la stessa condizione.

Così, d'amico fidato in amico fidato, il segreto gira e gira per quell'immensa catena, tanto che arriva all'orecchio di colui o di coloro a cui il primo che ha parlato intendeva appunto non lasciarlo arrivare mai. (...)

Capitolo XI - I Promessi Sposi

 

Commento:

Lo sto leggendo.

Caro Fruttero, Lei aveva ragione quando diceva che il Manzoni bisogna assolutamente leggerlo.

 


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