Lunedì 26 Marzo 2012 00:00
di Franco Bomprezzi
Sono colpito, ma non sorpreso, dalla quantità impressionante di commenti che sono piovuti nel blog dopo la pubblicazione, coraggiosa e doverosa, da parte di Simone Fanti, della toccante lettera di Queen Ann. Abbiamo toccato il nervo scoperto, il più delicato, di una società che preferisce non vedere, non sentire, non capire. Difficile rimanere indifferenti quando un grande mezzo di comunicazione, come corriere.it, affronta senza pudori né ipocrisie il tema dell’amore negato, del sesso, della difficoltà spesso irrisolvibile per le persone disabili. Io stesso confermo di aver avuto, tanti anni fa, un’esperienza – una sola – di sesso a pagamento. L’ho raccontata in un libro, uscito nel 2003, “Io sono così” (Il Prato, Padova), ora esaurito e ripubblicato da Libertà edizioni con il titolo “Cucire la memoria”. Per concessione dell’editore pubblico qui volentieri il capitolo nel quale racconto la mia avventura di ventenne. Era il 1972, più o meno, quando incontrai Maria. Ecco che cosa ho scritto. Parole che mi emozionano ancora, e che affido ai lettori “InVisibili”. Pagine che colpirono anche Candido Cannavò, al punto da chiedermi di poterle inserire nel suo indimenticabile “E li chiamano disabili”.
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Giovedì 22 Marzo 2012 00:00
TERRAFERMA racconta un dramma attuale: quello dell’immigrazione clandestina. La tragedia di chi è sopravvissuto rimanendo a galla; il coraggio di chi rischia la vita per cambiare la propria storia e quello di chi pensa che prima della crudele legge dell'uomo venga quella antica e compassionevole del mare. E’ un atto d'accusa contro la strategia del terrore, che trasforma lo straniero in invasore. TERRAFERMA è l’approdo a cui mira chi naviga, ma è anche un’isola saldamente ancorata a tradizioni ferme nel tempo.
È con l’immobilità di questo tempo che la famiglia Pucillo deve confrontarsi. Ernesto (il "puparo" palermitano Mimmo Cuticchio) ha 70 anni, vorrebbe fermare il tempo e non vorrebbe rottamare il suo peschereccio. Suo nipote Filippo (Filippo Pucillo) ne ha 20, ha perso suo padre in mare ed è sospeso tra il tempo di suo nonno Ernesto e il tempo di suo zio Nino (Giuseppe Fiorello), che ha smesso di pescare pesci per catturare turisti, e scarrozza orde fameliche di spensierati vacanzieri. Il ragazzo vive con tranquillità la sua condizione, preoccupato solo dagli atteggiamenti della madre Giulietta (Donatella Finocchiaro), giovane vedova propensa ad affittare la sua abitazione ai villeggianti per guadagnare i soldi che finanzieranno la “fuga” dal paradiso. Quando Ernesto e Filippo soccorrono una zattera di migranti durante una battuta di pesca e portano a casa una donna incinta, Sara (Timnit T., non un’attrice ma una donna che realmente, nel 2009, fu tra le poche sopravvissute di 80 eritrei che avevano tentato di sbarcare a Lampedusa, ma erano stati respinti) e l'altro suo figlio, Giulietta mal sopporta quella pericolosa convivenza forzata. Ernesto li ha accolti per l’antica legge del mare e poi, in fondo, Giulietta e Sara hanno lo stesso sogno, un futuro diverso per i loro figli. Ma la nuova legge dell’uomo non lo permette e tutti sono messi di fronte ad una decisione che segnerà la loro vita…
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Mercoledì 21 Marzo 2012 00:00
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Non ti porterò dei fiori
ma ti prenderò per mano e ti porterò dai fiori.
Non un mazzolino di fiori, ma un bosco
macchiato dalle primule, ombreggiato dalle viole.
Ti donerò la primavera.
Pam Brown, 1928
(scrittrice e poetessa australiana)
Venerdì 23 Marzo 2012 00:00
UN ROBOT di plastica dall'aspetto sensuale con sei diverse personalità. Conquista perché risponde a tutti i gusti. Fidanzati conosciuti sulle chat e amici su Facebook ai quali non riusciamo a rivelare nulla di noi. Sms, tweet, mail. Centinaia di messaggi che ci raggiungono ovunque anche per questioni di lavoro. Siamo connessi in ogni momento della giornata, sempre in contatto con qualcuno, fino a sentirci soli.
Dietro l'illusione di una maggiore comunicazione, c'è la realtà e l'isolamento. E così il computer, ma anche il robot che dovrebbe assisterci ogni giorno, ci rende più aridi e finisce per escluderci dai veri affetti.
E' una visione apocalittica quella di Sherry Turkle 1 , docente di Sociologia della Scienza al Mit di Boston, che nel suo nuovo libro Insieme ma soli (Edizioni Codice), in libreria in questi giorni, torna a occuparsi delle conseguenze emotive dell'uso del computer. Celebrata da The New York Times 2 e definita la techno-Freud di oggi o 'l'antropologa del cyberspazio" , la Turkle disegna uno scenario preoccupante del nostro rapporto con la tecnologia.
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