Ciao Lorenza,
grazie per aver accettato di parlare con me.
Iniziamo con una piccola presentazione: ci racconti qualcosa di te?
Sono una persona alla quale piace scrivere. In gioventù ho scritto valanghe di lettere, quando ancora usava scriversi. Ne scrivo tuttora, a volte. Mi piace, esprimermi così. Nel ’97, alla morte per cancro di una mia cara amica, mi sono messa a scrivere pensieri sulla malattia, quasi che la malata fossi io. Ne ho scritti circa 300 e li ho riordinati in capitoli nel giro di tre ore. Non chiedermi come ho fatto: non lo so. So soltanto, con assoluta certezza, che non ero io a farlo. Ne è venuto fuori un libretto che viene regolarmente ristampato e si vende tuttora. Questo mi ha dato il via.
Come nasce l’idea per “Testimonianze di luce”?
Ogni tanto mi succedono “cose strane”, che strane – l’ho capito bene – non sono. Ho incominciato a mettere per scritto quegli episodi allo scopo di lasciarne traccia per mia figlia. Un giorno, mi sono chiesta: “Possibile che capitino solo a me? Non sono mica speciale”. Così, ho incominciato a chiedere qui e là. Qualcuno ammetteva qualcosa, ma con grande difficoltà. Allora mi è nata quest’idea: far parlare gli amici, indurli a fidarsi di me, dir loro che siamo in buona compagnia. Ho insistito, ho intervistato, ho tormentato finché sono riuscita a mettere insieme una bella raccolta di testimonianze. (...)