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di Valeria Ballarati

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Chi é lo sceneggiatore?

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Se siete venuti a questo corso dev’essere perché non sapete cos’è uno sceneggiatore. E allora ve lo dico io: è un essere condannato alla frustrazione e all’insuccesso.

Per anni vi troverete a scrivere storie di cui a nessuno importa nulla. Storie meravigliose, personaggi affascinanti che verranno buttati via senza che nessuno li legga o, se li legge, senza che li capisca. Questo vi attende!

Poi certo, prima o poi un giorno accade.

Dopo anni e anni, trovate qualcuno che dice “la tua storia mi piace”. Beh, sappiate che la gioia durerà tre secondi, perché la frase successiva è sempre: “ci sono solo alcuni piccoli cambiamenti da fare”.

Da quel momento sarete assaliti da un plotone di suggeritori. Editor, produttori, registi, montatori, segretarie, attori, mogli degli attori, mariti delle attrici, distributori, semplici passanti: tutti accomunati da un solo obiettivo, distruggere la vostra storia coi loro consigli.

Se poi per caso siete così geniali da saper difendere la vostra storia trasformando quei consigli sballati in miglioramenti, sapete quale sarà il risultato? Eccolo: ci sarà un plotone di persone che va in giro per Hollywood dicendo a tutti “la sceneggiatura faceva schifo, l’ho salvata io”...

 

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Roberto Mastai

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Roberto Mastai è l’autore dei disegni del sito www.bonifacci.it

(Fabio Bonifacci é un noto sceneggiatore, n.d.r.)

Vive in Pratello a Bologna, è pronipote di un Papa, dipinge in osteria e  regala i disegni a chi passa di lì. A volte fa mostre, ma improvvisate, e in mezzo alla strada, e poi regala tutto anche lì. A volte guadagna molto e spende  tutto offrendo birre a tutti, altre volte non ha una lira, e se ne frega.  Secondo me non ha ancora capito bene cosa siano i soldi, il che non è caso raro ma unico, oramai.

A casa sua hanno mangiato più persone che in mensa. In una di queste cene si cantava all’una di notte, un vicino iniziò a lanciare insulti terrificanti dalla finestra di fronte, Mastai rispose dolce “per me tu non sei felice. Vieni  a cantare noi noi, vedrai che va meglio”. Mi piacerebbe dire “e così fu” ma il tizio non s’è presentato… Però ha smesso di insultare. E sono certo che è stato molto tentato…

Mastai è bravissimo. Tra l’altro, fa copertine di libri stupende. Mi piacerebbe che qualcuno lo facesse lavorare, ma lui nel proporsi e nel vendersi è una pippa totale. Inoltre è difficile contattarlo perchè Mastai non ha un computer, ha un cellulare che lascia spesso in giro, e poi  recupera ogni volta in modo incredibile e rocambolesco.

Se qualcuno vuole connettersi con Mastai scriva una mail a Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. . Gliel’ho aperta io perchè lui non l’avrebbe mai fatto. Quindi il processo funziona così: voi scrivete a Mastai, io leggo la mail, la stampo poi lo vado a cercare in Pratello e quando lo trovo gliela dò.

Le risposte non saranno velocissime…

 

 

 

Lincoln

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Lincoln, l’alieno che scese sulla terra (e la cambiò)
di Elisa Battistini

Lincoln è un alieno che conosce gli uomini, legge i loro pensieri, manovra le loro debolezze. Il 16° presidente degli Stati Uniti sembra arrivato da un altro pianeta per essere l’interprete di una volontà superiore. Si materializza come evento della Storia, capace di usare ogni mezzo per avverare quell’ineluttabile che gli uomini comuni non hanno neppure la capacità di concepire possibile. Vero Principe machiavellico, come ha giustamente sostenuto sul Fatto Maurizio Viroli, o hegeliano individuo cosmico-storico, l’uomo che ha abolito la schiavitù per Steven Spielberg è l’incarnazione dello spirito della politica nobile, quella che osa portare la realtà in una terra ignota e più avanzata in nome del bene comune.

Il regista di Salvate il soldato Ryan – richiamato nella prima, feroce, scena iniziale di Lincoln – realizza un raffinato film-trattato su cosa significhi comandare quando si ha a cuore non il proprio destino individuale, ma ciò che è giusto e che quindi, solo, può riportare l’armonia in una società in guerra.

 

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Festival delle Lettere 2013

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AL VIA IL CONCORSO 2013 DEL FESTIVAL DELLE LETTERE, TEMA: LETTERA DI SCUSE.

C’È TEMPO FINO AL 30 GIUGNO PER PARTECIPARE.

 

Scusarsi per tracciare un percorso nuovo, per rimediare ad un torto fatto, per liberarsi di  cose non dette: è questa la sfida lanciata dal comitato artistico del Festival delle lettere per l’edizione 2013. Un tema, quello della Lettera di scuse, ricco di spunti, che diventa occasione di riflessione. L’intento è sempre quello di stimolare il confronto con la pagina bianca, forti della convinzione che un testo scritto a mano contenga sempre una riflessione e costituisca una traccia, un segno di sé irriproducibile e unico, veicolo di emozioni profonde. Un tema, quello della scrittura, spesso al centro di dibattiti come dimostra la recente inchiesta del DailyMail, nonché l’originale copertina, interamente scritta a mano, pubblicata di recente dello storico quotidiano tedesco Bild, per protestare verso l’ uso sempre più totalizzante di computer e sms.
 

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Imparo sempre qualcosa dagli uomini

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Il senso della vita non é soltanto la vita stessa, aveva affermato S. una volta in cui dicevamo che era importante non smarrire questo significato.

Spesso mi viene da dire: c'é un gran marciume in quel posto. Ma oggi, d'un tratto, ho pensato: se dico sempre quella parola, marciume, esso finisce per propagarsi nell'atmosfera e non la rende certo migliore.

La cosa più deprimente é sapere che quasi mai, nelle persone con cui lavoro, l'orizzonte interiore si amplia per queste esperienze. Non soffrono neppure in profondità. Odiano, e sono ciecamente ottimisti se si tratta della loro piccola persona, e sono ancora ambiziosi per il loro piccolo impiego; é una gran porcheria e ci sono dei momenti in cui mi perdo completamente di coraggio e vorrei abbandonare la testa sulla mia macchina da scrivere e dire: non posso più andare avanti così.

Ma poi vado avanti, e imparo sempre qualcosa sugli uomini.

 

   Etty Hillesum,  Diario 1941-1943

    (pag.182-183)

 


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