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di Valeria Ballarati

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La notizia da brivido

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La storia è presto detta: la classica foto di classe di quinta elementare, fatta per avere un ricordo di compagni e maestri, è stata scattata in due versioni e in due giorni diversi. Nella prima era presente l'alunna disabile, nella seconda no. La spiegazione "ufficiale": la bimba non riusciva a stare ferma e il fotografo, improvvisato, ha pensato di fare più pose. La versione definitiva, stampata e distribuita alle famiglie di tutti gli altri scolari, è stata fatta il giorno dopo quando l’alunna era assente.

L'episodio è accaduto alla fine dello scorso maggio, quando l’anno scolastico era agli sgoccioli. I bambini avevano ricevuto da qualche giorno la Prima Comunione, e le mastre avevano pensato di ricordare gli ultimi giorni di scuola e il Sacramento con qualche foto, per altro fatta con una macchinetta digitale di proprietà di una delle insegnanti. La bambina, però, non stava ferma al momento dello scatto, ripetuto più volte. Le docenti hanno stampato "in casa" le foto, su normali fogli A4, e si sono accorte che in tutte le immagini "l’alunna veniva mossa". Per questo motivo, il giorno successivo, la foto di gruppo è stata rifatta ma la bambina non c’era.

 

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Sono bastate tre cimici

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"Sono bastate tre cimici per dare un duro colpo alla 'ndrangheta"


REGGIO CALABRIA - "Se mettono mano alle intercettazioni ci privano dello strumento fondamentale della lotta alle cosche. Se oggi conosciamo la struttura della 'ndrangheta lo dobbiamo a tre cimici". Nicola Gratteri ha passato notti intere ad ascoltare boss e picciotti. A volte ha mandato e rimandato i file audio cento volte per riconoscere una voce, cogliere una sfumatura, un accento, un riferimento. Il Procuratore aggiunto di Reggio Calabria lo ha sempre detto: "Ho la sensazione che chi vuole cambiare le regole non capisca il rischio che si corre, limitare la legge può diventare devastante".

Per il magistrato una scelta è quella di punire chi divulga intercettazioni coperte da segreto istruttorio, altro è tentare di disinnescare uno strumento investigativo "raccontando fandonie, come quella che la legge non riguarda i reati di mafia o quelli più gravi".

Il magistrato la racconta così: "Le grandi inchieste contro la 'ndrangheta non partono quasi mai come indagini della Dda. Si inizia quasi sempre da piccoli reati a volte da un danneggiamento, da un incendio, da una minaccia telefonica. I nostri investigatori poi pian piano ricostruiscono la storia, i contesti, il quadro generale è allora che si capisce se si tratta o meno di 'ndrangheta".

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Polvere

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Quando gli abitanti di un villaggio della Palestina chiesero al rabbi Yehuda Hanassi di inviare loro per maestro uno dei suoi migliori allievi, questi raccomandòloro rav Levi, profondo erudito e brillante oratore.

Il nuovo maestro arrivò e la folla lo ricoprì di elogi, facendolo salire su un palco dal quale pronunciare il suo primo discorso di Torà (Legge). Ma quando rav Levi volle aprire bocca non ne uscì neppure un suono. Il suo cervello era vuoto. La folla cercò di incoraggiarlo con qualche domanda, ma Levi restò muto. 

Confuso ed umiliato tornò dal suo maestro e raccontandogli l'accaduto aggiunse delle parole simili a queste: "Rabbi, mi rendo conto adesso che al momento di salire sul palco ho provato un soffio di fierezza che ha cancellato tutte le mie conoscenze di Torà".

E' bastato un piccolo inorgoglimento, un soffio di fiato tirato a sollevare il petto in alto e tutta una vita di studio si é ammutolita.

Maestro é chi recide ogni giorno il prepuzio di orgoglio che ricresce sulla lingua di chi parla da un pulpito.

Già il Trattato dei Padri, nel Talmud, insegna: "Non fare delle parole della Torà una corona per te ingrandendoti con esse".

La vicenda di rav Levi mostra che la conoscenza delle scritture sacre non é un possesso neanche dei maestri. Essi la possono soltando ospitare e tutto il loro studio non é che il tappetino di ingresso. La Torà non varca la soglia di chi non l'abbia ben ripulito ogni giorno dalla polvere dell'orgoglio.

 

E' un brano tratto da Alzaia, di Erri De Luca   

 

Nota: bell'insegnamento. Grazie.

 

Logica bambina

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RELAX
Angelica è nella vasca da bagno.

Papà:                 … e ricordati di lavarti i capelli!
Angelica:             ma papà, io il bagno lo faccio per rilassarmi!
 

TV  ALTERNATIVA
E’ mattina. Angelica si è svegliata da poco e la troviamo seduta su una sedia davanti alla porta-finestra. Osserva dal vetro i gattini che giocano.

Papà:                   Angelica, ma cosa fai li davanti?
Angelica:              Osservo “Tele-Natura” - la trasmissione sugli animali.


CASE DI PRODUZIONE
Tata:                   Mamma, ma Schrek di chi è?
Io:                       Fammi pensare … non è di quelli là con la luna … Dreamworks!
Tata:                   Si, Dreamworks.
                          Invece Scooby è di Hanna e Barbera … anche i Flinstones …
                          Mamma io pensavo che Hanna e Barbera erano due donne …
                          Anche papà lo pensava … (sorride)
Io:                      E invece sono 2 uomini:  William Hanna e (non RIESCO a finire la frase)
Tata:                   e Joseph Barbera,  lo so! (io rido)
Tata:                   ma perché ridi?
Io:                       perché te l’ho detto una sola volta e te lo sei ricordato … sei un geniaccio

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Settimana Vegetariana Mondiale

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Da sabato 1 a venerdì 7 ottobre 2011 si svolge la Settimana Vegetariana Mondiale (Vegetarian Week), sostenuta da gruppi vegetariani/vegan, animalisti, ambientalisti di tutto il mondo. L’iniziativa ha lo scopo di sensibilizzare le persone sui pregi dell’alimentazione vegetariana e sulle problematiche che una dieta carnivora provoca invece alla salute e all’ambiente, con l’aggravante dello sfruttamento degli animali.

“È stata scelta questa data perché la settimana dall’1 al 7 include varie ricorrenze associate alla scelta vegetariana – spiega Mateus Mendes, uno degli ideatori e organizzatori dell’evento –, tra cui la Giornata Vegetariana Mondiale (1° ottobre), la Giornata Internazionale per gli Animali d’Allevamento, la Giornata della Non-Violenza (2 ottobre) e la Giornata Internazionale per gli Animali (4 ottobre), che coincide col giorno in cui viene celebrata la memoria di San Francesco”.

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Niente più cure ai malati terminali

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«La medicina moderna dà false speranze, ma la "cultura dell'eccesso" ha reso insostenibili i costi delle terapie»

 
Malati terminali: è giusto accanirsi?

MILANO - La medicina moderna dà ai malati terminali di cancro «false speranze» prescrivendo loro costosissime medicine quando non ci sono più speranze. È quanto sostengono, in un articolo pubblicato su Lancet Oncology, un gruppo di 37 esperti guidati dal professor Richard Sullivan del King's College di Londra.

«NO ALLA CULTURA DELL'ECCESSO» - Nel loro rapporto, frutto di 12 mesi di indagine e che in Gran Bretagna ha fatto molto scalpore, i medici sostengono che, in alcuni casi, ai malati terminali non dovrebbero essere prescritte nuove terapie non sperimentate ma solo cure palliative. I 37 medici affermano che una «cultura dell'eccesso» nei reparti oncologici ha reso i costi delle terapie anti-cancro insostenibili soprattutto alla luce di un progressivo aumento dei nuovi casi della malattia. «I dati dimostrano che una sostanziale percentuale delle spese per cure anti-cancro avvengono nelle ultime settimane e mesi di vita e che in larga percentuale dei casi queste cure non solo sono inutili ma anche contrarie agli obiettivi e alle preferenze di molti pazienti e famiglie se fossero state adeguatamente informate delle loro opzioni».

5 MILIARDI - Circa 12 milioni di persone ricevono ogni anno una diagnosi di cancro nel mondo e la cifra potrebbe salire a 27 milioni nel 2030. Secondo gli autori dello studio questa prospettiva fa sì che il mondo occidentale «si sta avvicinando a una crisi»: nella sola Gran Bretagna il costo delle terapie oncologiche è salito a oltre 5 miliardi di sterline da 2 miliardi nel 2002. (Fonte Ansa)

Fonte

 

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Buste dipinte al festival delle lettere

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24 buste divenute opere d’arte ispirate al tema della settima edizione del Festival delle Lettere, lettera di dimissioni, saranno esposte allo Spazio Oberdan di Milano dal 3 all’8 ottobre, grazie alla collaborazione della Provincia di Milano.

E’ questo il primo appuntamento del Festival delle Lettere 2011, un calendario ricco di eventi dalla forte componente emozionale.

 

L’universalità della lettera, vero imprescindibile valore di questo mezzo di comunicazione, è più che mai vivo in Italia. A testimonianza di questo ci sono le 2432 lettere ricevute nel corso della settima edizione del Festival delle Lettere.

La lettera, quella scritta a mano in modo particolare, riesce a far emergere i sentimenti di un popolo che ancora si emoziona e sogna con la passione di sempre e che ama scrivere, affidando ad una busta il compito di custodire le proprie parole. Ecco allora che anche una semplice busta si trasforma nel veicolo di un’emozione e va onorato come tale.

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Ciao Lorenzo

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 Sei  nei nostri pensieri    

mamma,  papà,  Angelica

 

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La malattia che cancella i ricordi

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Qualche volta aiuto la nonna a mangiare; si é ammalata di Alzaimer quattro anni fa.
 
Ciao Nonna, come va?
Bene. Ti vedo bene!
Ah si?
C’hai quella bella faccia … che mica sempre se po’ fa, Eh?!
E’ pronto, vedi? Sono venuta ad aiutarti (comincio ad imboccarla) Ecco Che bona!
Ti piace eh?
Bona!
C’è la zucchina, la carne …
Ti sembra niente ?
Ma l’hai fatta te?
No, l’ha cucinata Milena.
(boccone dopo boccone nonna mangia).

Bisogna avere pazienza, nonna …
La pazienza ce l’ho ma a volte la mi scappa!

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