Mercoledì 29 Giugno 2011 00:00
E.coli, la causa dell'infezione non è il metodo di coltivazione 39 persone decedute a causa dell’infezione da Escherichia coli scoppiata in Germania. È il dato diffuso ieri dalle autorità sanitarie europee. A distanza di più di un mese dalle prime evidenze, restano non spiegati molti aspetti relativi alla genesi di un caso che ha determinato paura, calo dei consumi, perdita di reddito da parte degli agricoltori, contraccolpi sull’affidabilità delle istituzioni preposte alla tutela della salute e che ha investito il biologico a causa dell’individuazione del focolaio in un’azienda del settore. Nell’incertezza che colpevolmente continua a circondare la vicenda, abbiamo chiari alcuni elementi di fondo:
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Martedì 28 Giugno 2011 00:00
La mozione di Anci Giovani Scritto da Erica Balduzzi il 23 giugno 2011 in Società
Con la mozione, ANCI Giovani chiede ai comuni italiani impegni concreti: lotta agli abusivismi, trasparenza e percorsi di sensibilizzazione Una lotta, quella contro la criminalità organizzata, difficile da combattere. Ma per la quale sempre più spesso scendono in campo i giovani, quei giovani che vogliono dare segnali forti e gridare un ‘no’ deciso alla logica mafiosa, che credono in un cambiamento e tentano di promuoverlo. E proprio in quest’ottica si inserisce la mozione di costituzione di parte civile, per i comuni italiani, nei processi per mafia, promossa da Anci Giovani (associazione che riunisce gli amministratori comunali d’Italia al di sotto dei 35 anni) e presentata ufficialmente ieri a Palermo. I giovani amministratori hanno anche chiesto ai comuni del nostro Paese – senza distinzione tra nord e sud – di assumere un’agenda di iniziative e disposizioni concrete che si ispirino ai principi della trasparenza e della legalità.
Da qui, i risarcimenti per i danni subiti dalle vittime del racket, la richiesta di trasparenza amministrativa e l’attivazione di percorsi di sensibilizzazione nelle scuole con incontri e campagne che favoriscano la creazione di una solida coscienza civile anche tra i giovanissimi, oppure la costituzione di un reparto speciale all’interno della polizia municipale per il contrasto ad ogni forma di abusivismo, lavoro nero, spaccio di droga e sfruttamento della prostituzione:
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Lunedì 27 Giugno 2011 00:00
Le Sante dello Scandalo è un libro meraviglioso.
Attraverso le sue conoscenze linguistiche, la sua cultura e la sua sensibilità Erri De Luca interpreta le Sacre Scritture rimettendo forse in asse i ruoli delle cinque donne citate dall’Evangelista Matteo all’inizio del Nuovo Testamento.
E’ singolare ritrovare nomi femminili proprio in quel punto: singolare per la discendenza narrata, totalmente maschile, per il tipo di testo, per l’epoca, la posizione subordinata delle donne del tempo.
Può darsi che l’autore abbia pensato che era il momento. Io l’ho sentito come un regalo. Un regalo prima di tutto a loro – Tamar, Rahav, Rut, Bat-Sheva Betsabea e Miriam Maria - ma esteso di riflesso ad ogni donna, una sorta di riscatto storico nei tempi in cui l’argomento è così dibattuto, in cui fioriscono iniziative per la categoria femminile che sembra essersi avviata al suo percorso di consapevolezza.
E’ anche vero che la considerazione che ci viene dimostrata di questi tempi rassomiglia ancora molto ad una prova generale, ad un nuovo vestito o ad un premio di consolazione più che al raggiungimento di uno status vero e proprio … Gli uomini non sembrano pronti a guardare le donne come “esseri a loro pari”. Del resto le hanno sempre viste all’interno di ruoli che le sminuivano o le innalzavano, mai ad un livello paritario. Le donne erano le loro madri, sorelle, zie, figlie, mogli, amanti. Oppure segretarie, infermiere, colf, prostitute, oggetti di puro desiderio, aggeggi da pulsione, immagini erotiche da sognare o ottenere facilmente con il denaro o quel po’ di astuzia, per poi esibirle come trofei di caccia.
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Domenica 26 Giugno 2011 00:00
La Cassazione e le prestazioni sessuali
MILANO - Vantarsi delle prestazioni sessuali non è reato. A patto di farlo con una certa discrezione. Lo ha stabilito la Cassazione, stabilendo che di fatto non c'è diffamazione se i diretti interessati non sono perfettamente identificabili.
IL CASO - La quinta sezione penale si è così pronunciata a favore di un muratore 47enne della Val Badia, condannato dal giudice di pace di Brunico per diffamazione aggravata, per avere raccontato nel corso di una cena di avere effettuato dei lavori di ristrutturazione presso un cantiere e di aver «unito l'utile al dilettevole» intrattenendo con due sorelle conosciute al cantiere rapporti sessuali a tre».
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Sabato 25 Giugno 2011 08:39
Il dottor Veronesi sostiene che l’amore più puro è quello omosessuale, perché non è finalizzato alla procreazione. Lo sostiene in risposta a quel sindaco che aveva definito l’omosessualità un’aberrazione genetica.
Veronesi mostra di aver letto il Simposio di Platone (il sindaco si è fermato a Playboy). Ma forse l’illustre oncologo ha dimenticato il finale, altrimenti si ricorderebbe che l’amore non prevede classifiche di genere. All’origine, narra Platone, esistevano maschi, femmine e androgini dotati di entrambi gli organi sessuali.
Ma quando gli uomini vollero scalare il cielo, gli dei li punirono spaccandoli in due. Da allora ciascuno cerca la sua metà perduta: i maschi dimezzati sono diventati gay, le femmine lesbiche e gli androgini etero. Nessuno è più puro o aberrante dell’altro. E tutti possono procreare, anche se l’unione fra le due metà dello stesso sesso partorisce solo idee e non corpi.
La differenza, spiega Platone, non la fanno dunque i sessi, ma la qualità dei sentimenti: la «scala dell’amore», che va dalla bellezza fisica a quella divina. L’amore è l’energia dell’universo con cui l’uomo riesce a entrare in sintonia soltanto quando ama. L’oggetto dell’amore non è poi così importante. Può essere un maschio, una femmina, un figlio, un animale, una pianta, una montagna, un sogno, un progetto, un ideale. Quel che conta è la pulsione spirituale che l’amante esprime nell’amare.
Chiedo umilmente scusa al professor Platone se duemilaquattrocento anni dopo non abbiamo ancora imparato la lezione.
Massimo Gramellini
Platone, attraverso il sito degli studenti del Liceo Classico Beccaria di Milano
Venerdì 24 Giugno 2011 00:00
Nella vita di coppia dire troppo spesso SI può essere un problema?
Oggi sembra strano anche solo pensarci, le liti e le discussioni in una normale vita di coppia sono all'ordine del giorno, le incomprensioni ed i musi lunghi spesso la fanno da padrone, eppure può capitare anche che essere troppo accomodanti possa creare dei problemi.
Asha Phillips infatti nel suo libro scrive:
"Molto spesso si desidera far piacere al partner, offrirgli qualcosa di unico e di speciale. Ci si dimostra solidali con lui, lo si appoggia, si approvano le sue inziative. Usiamo espressioni come "la mia metà", parliamo di essere "un corpo e un'anima sola", ammiriamo e invidiamo quelli che non si separano mai, che hanno un'unionte intima e profonda.
Questa immagine della coppia ideale, però, sottovaluta l'importanza del "NO", della differenza. Nella coppia, come con i figli che crescono, un accordo profondo, un'intima uniore danno piacere e promuovono la crescita, perchè rappresentano una base sicura... Non bisogna però sottovalutare che anche qui c'è bisogno di uno spazio, di una distanza tra i due individui perchè possano svilupparsi e crescere davvero.
Dicendo sempre sì al vostro compagno/a, anche se l'accordo vi sembra reale, finirete per avere entrambi, la sensazione che fra voi non ci sia differenza. Può essere un'idea confortante, ma genera staticità: nella vostra vita ci sarà poco movimento. Se in uno dei due avviene poi un cambiamento, può essere vissuto come un terribile tradimento. Come la rottura di un tacito patto.
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Giovedì 23 Giugno 2011 00:00
Allattamento al seno/2 Prendiamoci la libertà di scegliere
di Simona Ravizza
Prendiamoci la libertà di scegliere. Anche quella di non allattare il proprio bimbo al seno. Dopo avere invitato a non vergognarsi ad attaccare al seno il bebè anche nei luoghi pubblici, ritorno subito sull’argomento per due motivi:
1) le principali associazioni italiane di tutela e promozione dell’allattamento al seno stanno mettendo pesantemente sotto accusa uno spot tv della Chicco sui biberon. Sono l’Associazione italiana consulenti professionali in allattamento materno; Babyconsumers; Ibfan Italia; Il Melograno; La Leche League Italia e il Movimento allattamento materno italiano. Tutte unite contro quella che viene definita “la pubblicità più aggressiva sull’alimentazione artificiale trasmessa in tv negli ultimi anni”. Nel mirino il messaggio – giudicato fuoriviante – che le mamme sanno che quando allattare non è possibile possono contare su un biberon che riproduce al 100% il loro seno;
2) sono convinta che per scegliere bisogna conoscere l’importanza del latte materno per la crescita psicofisica del bambino.
Ma c’è una domanda che mi frulla in testa:
E’ meglio un biberon dato con amore o una tetta messa a disposizione controvoglia?
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Mercoledì 22 Giugno 2011 10:15
Ricerca senza animali, LAV: senza se e senza ma
*di M. Kuan
“Gli animali per adesso servono alla ricerca”, afferma il dott. Remuzzi sul Corriere della Sera in risposta al comunicato LAV che ha contestato la necessità della sperimentazione animale asserita dallo stesso ricercatore nelle scorse settimane. La fondatezza scientifica della ricerca è il requisito “sine qua non” di questo settore e la sperimentazione animale è un errore metodologico grave sul piano scientifico perché nessun animale può essere modello sperimentale per l’uomo. I test su animali non solo sono estremamente crudeli, ma non sono affatto utili per predire ciò che può accadere all’organismo umano quando questo è esposto ad una sostanza: ciò che risulta innocuo negli animali può essere tossico per l’uomo. Alcuni esempi tra i tanti: - Penicillina: è un farmaco che ha salvato la vita a milioni di persone e che per puro caso, a detta dello scopritore Fleming, è stata testata su ratti e non su cavie. Infatti, se così fosse stato, sarebbe stata cestinata, visto che sulle cavie risulta altamente tossica; in questo caso il ratto si comporta come l’uomo, ma non è possibile trarne una regola generale. - Cloroformio (anestetico): i tentativi di estrapolare i risultati dai roditori all’uomo sono falliti. - Arsenico: la dose che uccide un uomo è innocua per il cane. Gli studi su animali non hanno confermato quanto si riscontra sull’uomo, così ciò che oggi è noto sugli effetti di questo metallo sono dovuti a studi su popolazioni umane. - Tetracloruro di carbonio: distrugge i reni in molti animali, tra cui alcune specie di scimmie, mentre in altre questo non accade. - Glicole etilenico (nei liquidi antigelo, ma anche in farmaci e cosmetici): è considerevolmente più tossico nell’uomo che in altre specie animali, la dose letale per l’uomo ha un valore di 1,4; per ratto, cavia e topo varia da 5,5 a 14. I ratti risultano più sensibili dei topi. - Metanolo: rende cieche le persone, ma nulla di tutto questo è stato osservato negli animali comunemente usati nei test.
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Mercoledì 22 Giugno 2011 00:00
Gli editori, ne abbiamo parlato spesso in queste pagine, non sono più gli unici a fare i libri. Il self-publishing, nel modo in cui si sta configurando, è sicuramente uno dei cambi di paradigma più importanti per l'editoria.
Sull'onda dei casi di successo, da J.A. Konrath ad Amanda Hocking (di cui ha scritto anche ieri il New York Times), molti autori -esordienti e non- stanno seguendo l'esempio. Dal punto di vista dello scrittore, che sia un autore indie o che sia già affermato, la possibilità di pubblicare in modo autonomo è diventata un'opzione reale su cui ragionare. La questione centrale non è solo economica (correndo da soli si guadagna di più, se il libro vende) ma riguarda anche il controllo dell'opera. E questo è uno degli snodi più interessanti di questo cambiamento di mentalità.
Intuitivamente siamo portati a credere che un libro autopubblicato sia di qualità inferiore rispetto a un testo che ha seguito tutti i passaggi del processo editoriale. Tuttavia questa è una forma di pregiudizio che ereditiamo dalle nostre abitudini, o dal ricordo dello scrittore senza editore dei tempi passati. Quello che sta succedendo, per ora solo nei casi più illuminati, è invece abbastanza diverso: gli scrittori stanno recuperando «in proprio» la logica di lavoro tipica della produzione di un libro all'interno della casa editrice.
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Martedì 21 Giugno 2011 00:00
E come la Bestia si trasformò in Bella così Godzilla divenne Brigitte Bardot
L'intercettore veloce e imbarcazione di supporto di Sea Shepherd Conservation Society, Gojira (Godzilla), ha aiutato all'inizio di quest'anno ad allontanare l'intera flotta di baleniere Giapponesi dal Santuario delle Balene nell'Oceano del Sud. Sentir dire dai media Giapponesi che la flotta di baleniere è stata cacciata da Godzilla è stato a dir poco esilarante. Tuttavia può esserci qualcosa di più spaventoso di Godzilla e si tratta degli avvocati ...
A Sea Shepherd è stato infatti intimato di cambiare nome all'intercettore. Ciò non è assolutamente un problema poiché Gojira ha raggiunto il suo scopo allontanando la flotta Giapponese e quindi ora possono riprendersi volentieri questo nome. Nel frattempo, il Fondatore di Sea Shepherd, il Capitano Paul Watson, ha proposto alla Fondazione Brigitte Bardot di dare come nuovo nome all'imbarcazione Brigitte Bardot in onore della famosa attivista per i diritti degli animali. La collaborazione tra Brigitte e Paul risale al 1977 quando il Capitano Watson portò la Bardot nelle gelide coste della zona canadese del Labrador per vedere da vicino i cuccioli di foca.
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