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di Valeria Ballarati

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Votazioni 2013: che sarà ...

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"So far tutto, o forse niente, da domani si vedrà ..."

 

 

 

 

Io sono felice quando ...

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Tema di 4° elementare  di mia figlia:

Io sono felice quando ...

 

Io la quasi maggiorparte del tempo sono felice.

Per esempio sono felice quando guardo un film insieme alla mia famiglia, cosa che accade poco perché la sera non c'é mai un bel film e, il venerdì, é proprio escluso perché quella sera in televisione c'é "Crozza", che a volte guardo anch'io, ma poche volte.

Oppure io sono felice quando viaggio.

Come quando vado dai miei parenti a Milano o in Abruzzo, o anche quando andiamo a vedere i paesi, come quando siamo stati a Venezia. Io vorrei tanto andare a Parigi, ci sono già stata ma ero molto piccola e non mi ricordo più; vorrei riandare li per vedere la torre Eifelle.

Io sono felice anche quando invito a casa le mie amiche Aurora e Chiara oppure le mie compagne di classe Ester e Martina, perché ci divertiamo tantissimo. 

Sono anche molto felice qando c'é un'interrogazione o una verifica e prendo un bel voto.

Poi ci sono molti altri momenti in cui sono felice ma ci vorrebbe troppo per descriverli tutti.

 

Commento:

 e voi?

 Quando siete felici?

 

 

Non é saggio farli uscire di sera

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Non è saggio farli uscire di sera


15 gennaio 2013 di lunanuvola

Tratto da: “What If We Responded to Sexual Assault by Limiting Men’s Freedom Like We Limit Women’s?” di Amanda Taub, 10.1.2013. Amanda è docente universitaria di diritto internazionale e diritti umani, co-fondatrice di un programma di apprendimento online chiamato “LearnKitchen” e consulente per uno studio legale. Questo suo pezzo è basato su notizie di cronaca riguardanti la violenza sessuale, nella fattispecie su quelle in cui si chiede alle donne di farsi carico della prevenzione della stessa limitando la propria libertà. Amanda ne rovescia semplicemente la prospettiva. Trad. e adattamento Maria G. Di Rienzo

Richiesta agli uomini di bendarsi in pubblico

Rispondendo all’asserzione che gli uomini sarebbero incapaci di trattenersi dal commettere stupri se vedono le donne in abiti “rivelatori”, membri di polizia e magistratura in tutto il paese hanno chiesto che gli uomini si bendino gli occhi quando si trovano in luoghi dove potrebbero incontrare una femmina che indossa un top o una gonna corta.

“Per anni ci è stato detto che gli uomini, se possono vedere la forma del corpo di una donna percepiscono questo come un invito al sesso, un invito che non sono in grado di rifiutare. – ha detto un alto ufficiale di polizia – Se questo è vero, allora non abbiamo altra scelta. Vogliamo che le donne non debbano temere nulla, e poiché non c’è modo per gli uomini di trattenersi, una volta che abbiamo colto il lampo di una scollatura, allora tutti gli uomini devono coprirsi gli occhi mentre lavorano in spazi aperti, quando vanno nei bar o mentre si rilassano sulla spiaggia.”

 

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Una poesia e un Racconto

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Una Poesia

Una poesia non deve magari raccontare una storia che ha un inizio, una parte centrale e una fine, ma per me deve muoversi, mantenere un passo vivace, emettere scintille. Può muoversi in qualsiasi direzione: indietro nel tempo, nel futuro più remoto, oppure deviare per qualche sentiero non battuto. Può addirittura smettere di essere legata alla terra e andare a cercare casa tra le stelle. Può parlare attraverso una voce dall’oltretomba o viaggiare in compagnia dei salmoni, delle anatre selvatiche  o delle cavallette. Ma non è mai statica: si muove. Si muove e, anche se può avere qualche elemento misterioso che pulsa la suo interno, il suo sviluppo è intrinseco, una cosa ne suggerisce un’altra. S’irradia – o perlomeno spero tanto che s’irradi.

Un Racconto

La definizione di racconto, secondo V.S. Pritchett,  è “qualcosa di intravisto con la coda dell’occhio, di sfuggita”. Prima c’è qualcosa di intravisto. Poi quel qualcosa vien e dotato di vita, trasformato in qualcosa che illumina l’attimo e forse finirà con l’insediarsi indelebilmente nella coscienza del lettore. Cercate di farlo diventare parte dell’esperienza stessa del lettore, come ha ben detto Hemingway. Per sempre, lo scrittore spera. Per sempre. Se siamo fortunati, tanto come scrittori che come lettori, finiremo l’ultimo paio di righe di un racconto e resteremo poi seduti un momento o due in silenzio”.

 

 

Tor Caldara, l'ultima foresta mediterranea

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Tor Caldara è una riserva Naturale Regionale situata tra Anzio e Lavinio, sulla via Ardeatina,  dalla quale vi si accede al km 34,400.

E' nata nel 1988 grazie al Comune di Anzio e al WWf, che la gestiscono insieme.

Istituita su un terreno di 44 ettari è percorribile attraverso i sentieri interni che si snodano per tutta la sua lunghezza, costeggiando il bosco sino ad arrivare alla Torre medioevale, costruita nel 1560, dalla quale prende il nome e che serviva a proteggersi dalle incursioni Saracene.

Ultimo esempio di foresta mediterranea sempreverde, come anticamente si estendeva lungo tutto il litorale tirrenico della nostra regione, possiamo qui ammirare alberi di leccio, pioppo, ontano, farnia, sughero, corbezzolo, erica arborea e la rara felce florida; nell’area didattica si trova un orto botanico, una serra e uno stagno.

All’interno dell'oasi vengono ospitati asini, cinghiali, conigli selvatici, donnole, volpi, testuggini, 70 specie diverse di uccelli tra cui la civetta, il gheppio, la tortora, l'allocco, la quaglia. In un centro di prima assistenza i Guardia Parco ed i veterinari curano animali feriti, prima di rimetterli in libertà.  

Nella riserva nidifica anche una comunità di gruccioni migratori dai colori sgargianti: fanno il nido nella parete di arenaria in direzione del mare.

Grazie alla risalita dei gas vulcanici, sono presenti delle solfatare, delle sorgenti e un laghetto sulfureo. Numerosi sono i corsi d'acqua e le antiche dune e le falesie. Nell'area si trovano anche i resti di una grande villa romana di età imperiale. 

 

 

 


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