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di Valeria Ballarati

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"Posso dirle ciò che ho imparato circa gli aborti?"

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(...)  "Non é tutto" aggiunse Pedro cupamente

"Lei ... rimase incinta. Abortì. I miei genitori non sanno niente di tutto questo".

Teneva gli occhi bassi. Si vergognava ancora e si sentiva colpevole, ad anni di distanza da quella vicenda e dall'aborto.

"Capisco" gli dissi.

"Posso dirle ciò che ho imparato circa gli aborti?"

"Un aborto, o interruzione di gravidanza che dir si voglia, comporta di solito un accordo tra la madre e l'anima destinata ad entrare nel bambino. Può accadere che il corpo del bambino non sia abbastanza in salute per condurre a termine i compiti previsti nella vita a venire o che il tempo non sia giusto per le sue finealità, oppure ancora che la situazione esterna sia cambiata, come per esempio in caso di diserzione del padre quando le prospettive della madre o del bambino richiedono una figura paterna. Mi sono spiegato?"

"si", sussurrò e annuì col capo, ma non mi sembrava convinto.

Sapevo che la sua rigida educazione cattolica poteva rendergli più difficile superare il senso di colpa e la vergogna. Talvolta le nostre convinzioni consolidate si frappongono all'acquisizione di nuove conoscenze.

Tornai ai fondamenti ...

 

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Hugo Cabret

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Hugo:

Ogni cosa ha uno scopo, perfino le macchine. Gli orologi ti dicono l'ora, i treni ti portano nei posti. Fanno quello che devono fare, come il Sig. Lavisse. Forse é per questo che i meccanismi rotti mi rendono triste: non possono più fare quello che dovrebbero. Forse é lo stesso con le persone: se perdi il tuo scopo é come se fossi rotto.

Isabelle: E' questo il tuo scopo? Aggiustare le cose?

Hugo:   Non lo so. Mio padre lo faceva.

Isabelle: Mi chiedo quale sia il mio scopo. Non lo so, forse se avessi conosciuto i miei genitori lo saprei ...

Hugo:    Vieni con me.

Subito dopo la morte di mio padre venivo sempre quassù.*  Immaginavo che tutto il mondo fosse un enorme meccanismo. Le macchine non hanno mai dei pezzi in più, hanno sempre l'esatto numer che serve.  Così ho pensato che se tutto il mondo é un'enorme macchina, io non potevo essere in più, dovevo essere qui per qualche motivo.

E questo deve valere anche per te.

 

Dal Film di Martin Scorsese, tratto dal Libro di Brian Selznick La straordinaria invenzione di Hugo Cabret

*sulla torre dell'orologio della stazione di Montparnasse, a Parigi

 

 

Santiago de Compostela: il viaggio nel cammino

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Massimo ha 46 anni anni, vive a Campoverde (Lt) ed  è infermiere.
A giugno dello scorso anno ha intrapreso un viaggio, un’esperienza affascinante che  spero un giorno di poter fare anch’io: il Cammino di Santiago.

Lo incontro una sera, in negozio, grazie al mio meraviglioso “contatto” Federica (una sua cara amica). Perché lui di fondo è un po’ timido e se non ci fosse stata lei a far da tramite, dubito che sarei riuscita ad avere questa bella storia da raccontare ...

 

Allora Massimo, raccontami del tuo viaggio.
Ho conosciuto il Cammino per caso, frequentando i siti che se ne occupano.

E cosa ti aveva colpito?
Una cosa in particolare non c’è . E’ stata forse la novità, sentire che centinaia di persone l’avevano fatto, la voglia di partire e fare un viaggio particolare: in seguito io l’ho definito “il viaggio nel cammino” perché c’è un viaggio continuo ...

Cosa si scopre in questo viaggio?

Niente di particolare ma il bello è che ogni mattina ti alzi come se la giornata fosse identica a tutte le altre, e invece il semplice incontro e sguardo con un’altra persona  fa si che quella giornata diventi irripetibile,  diversa da quelle passate e a venire. Noi eravamo in due, il mio amico ed io … e bastava poco, davvero poco.  E’ un’emozione che non sei in grado di descrivere, o forse sono io che non riesco, credo bisogni  necessariamente viverla in prima persona.  

 

 

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Pasta Madre Day

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 Oggi in tutta Italia si festeggia il Pasta Madre Day.


Organizzato dalla Comunità del Cibo Pasta Madre, associazione composta da consumatori, agricoltori, mugnai, panificatori e pizzaioli che quotidianamente si impegnano a diffondere la cultura di una filiera del pane e dei cereali sostenibile e di qualità, il Pasta Madre Day è la festa nazionale del lievito madre.

Sono a oggi 67 (ma negli ultimi giorni il numero è destinato a aumentare) gli eventi organizzati e registrati sul sito internet della Comunità (www.pastamadre.net) che porteranno migliaia di aspiranti panificatori casalinghi nelle piazze d’Italia per scambiarsi e condividere il proprio lievito madre. Un’organizzazione diffusa e autarchica che, partendo dal basso, si impegna a diffondere quel giorno più di 4.000 “dosi” di lievito madre in modo totalmente gratuito.

La gratuità del “gesto” è caratteristica fondamentale di ognuno di questi eventi.
La pasta madre è, infatti, un dono: è il fine e il mezzo per portare, nella vita quotidiana di ogni famiglia, la gioia del pane fatto in casa, con i suoi profumi, il suo gusto e i suoi ricordi.

 

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Roberto Mastai

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Roberto Mastai è l’autore dei disegni del sito www.bonifacci.it

(Fabio Bonifacci é un noto sceneggiatore, n.d.r.)

Vive in Pratello a Bologna, è pronipote di un Papa, dipinge in osteria e  regala i disegni a chi passa di lì. A volte fa mostre, ma improvvisate, e in mezzo alla strada, e poi regala tutto anche lì. A volte guadagna molto e spende  tutto offrendo birre a tutti, altre volte non ha una lira, e se ne frega.  Secondo me non ha ancora capito bene cosa siano i soldi, il che non è caso raro ma unico, oramai.

A casa sua hanno mangiato più persone che in mensa. In una di queste cene si cantava all’una di notte, un vicino iniziò a lanciare insulti terrificanti dalla finestra di fronte, Mastai rispose dolce “per me tu non sei felice. Vieni  a cantare noi noi, vedrai che va meglio”. Mi piacerebbe dire “e così fu” ma il tizio non s’è presentato… Però ha smesso di insultare. E sono certo che è stato molto tentato…

Mastai è bravissimo. Tra l’altro, fa copertine di libri stupende. Mi piacerebbe che qualcuno lo facesse lavorare, ma lui nel proporsi e nel vendersi è una pippa totale. Inoltre è difficile contattarlo perchè Mastai non ha un computer, ha un cellulare che lascia spesso in giro, e poi  recupera ogni volta in modo incredibile e rocambolesco.

Se qualcuno vuole connettersi con Mastai scriva una mail a Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. . Gliel’ho aperta io perchè lui non l’avrebbe mai fatto. Quindi il processo funziona così: voi scrivete a Mastai, io leggo la mail, la stampo poi lo vado a cercare in Pratello e quando lo trovo gliela dò.

Le risposte non saranno velocissime…

 

 

 

Chi é lo sceneggiatore?

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Se siete venuti a questo corso dev’essere perché non sapete cos’è uno sceneggiatore. E allora ve lo dico io: è un essere condannato alla frustrazione e all’insuccesso.

Per anni vi troverete a scrivere storie di cui a nessuno importa nulla. Storie meravigliose, personaggi affascinanti che verranno buttati via senza che nessuno li legga o, se li legge, senza che li capisca. Questo vi attende!

Poi certo, prima o poi un giorno accade.

Dopo anni e anni, trovate qualcuno che dice “la tua storia mi piace”. Beh, sappiate che la gioia durerà tre secondi, perché la frase successiva è sempre: “ci sono solo alcuni piccoli cambiamenti da fare”.

Da quel momento sarete assaliti da un plotone di suggeritori. Editor, produttori, registi, montatori, segretarie, attori, mogli degli attori, mariti delle attrici, distributori, semplici passanti: tutti accomunati da un solo obiettivo, distruggere la vostra storia coi loro consigli.

Se poi per caso siete così geniali da saper difendere la vostra storia trasformando quei consigli sballati in miglioramenti, sapete quale sarà il risultato? Eccolo: ci sarà un plotone di persone che va in giro per Hollywood dicendo a tutti “la sceneggiatura faceva schifo, l’ho salvata io”...

 

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Festival delle Lettere 2013

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AL VIA IL CONCORSO 2013 DEL FESTIVAL DELLE LETTERE, TEMA: LETTERA DI SCUSE.

C’È TEMPO FINO AL 30 GIUGNO PER PARTECIPARE.

 

Scusarsi per tracciare un percorso nuovo, per rimediare ad un torto fatto, per liberarsi di  cose non dette: è questa la sfida lanciata dal comitato artistico del Festival delle lettere per l’edizione 2013. Un tema, quello della Lettera di scuse, ricco di spunti, che diventa occasione di riflessione. L’intento è sempre quello di stimolare il confronto con la pagina bianca, forti della convinzione che un testo scritto a mano contenga sempre una riflessione e costituisca una traccia, un segno di sé irriproducibile e unico, veicolo di emozioni profonde. Un tema, quello della scrittura, spesso al centro di dibattiti come dimostra la recente inchiesta del DailyMail, nonché l’originale copertina, interamente scritta a mano, pubblicata di recente dello storico quotidiano tedesco Bild, per protestare verso l’ uso sempre più totalizzante di computer e sms.
 

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Lincoln

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Lincoln, l’alieno che scese sulla terra (e la cambiò)
di Elisa Battistini

Lincoln è un alieno che conosce gli uomini, legge i loro pensieri, manovra le loro debolezze. Il 16° presidente degli Stati Uniti sembra arrivato da un altro pianeta per essere l’interprete di una volontà superiore. Si materializza come evento della Storia, capace di usare ogni mezzo per avverare quell’ineluttabile che gli uomini comuni non hanno neppure la capacità di concepire possibile. Vero Principe machiavellico, come ha giustamente sostenuto sul Fatto Maurizio Viroli, o hegeliano individuo cosmico-storico, l’uomo che ha abolito la schiavitù per Steven Spielberg è l’incarnazione dello spirito della politica nobile, quella che osa portare la realtà in una terra ignota e più avanzata in nome del bene comune.

Il regista di Salvate il soldato Ryan – richiamato nella prima, feroce, scena iniziale di Lincoln – realizza un raffinato film-trattato su cosa significhi comandare quando si ha a cuore non il proprio destino individuale, ma ciò che è giusto e che quindi, solo, può riportare l’armonia in una società in guerra.

 

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Imparo sempre qualcosa dagli uomini

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Il senso della vita non é soltanto la vita stessa, aveva affermato S. una volta in cui dicevamo che era importante non smarrire questo significato.

Spesso mi viene da dire: c'é un gran marciume in quel posto. Ma oggi, d'un tratto, ho pensato: se dico sempre quella parola, marciume, esso finisce per propagarsi nell'atmosfera e non la rende certo migliore.

La cosa più deprimente é sapere che quasi mai, nelle persone con cui lavoro, l'orizzonte interiore si amplia per queste esperienze. Non soffrono neppure in profondità. Odiano, e sono ciecamente ottimisti se si tratta della loro piccola persona, e sono ancora ambiziosi per il loro piccolo impiego; é una gran porcheria e ci sono dei momenti in cui mi perdo completamente di coraggio e vorrei abbandonare la testa sulla mia macchina da scrivere e dire: non posso più andare avanti così.

Ma poi vado avanti, e imparo sempre qualcosa sugli uomini.

 

   Etty Hillesum,  Diario 1941-1943

    (pag.182-183)

 

Il senso delle cose

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IL SENSO DELLE COSE

Ascoltiamo Sere Nere di Tiziano Ferro.

“E più mi vedrai, e meno mi vorrai, e più non mi vedrai e più sarò con te…”
Ah! Mamma, ho capito! Ho capito il senso di questa canzone!
Ah si? E qual’è?
Quando non lo vedi, ti manca … perché quando ce l’hai, cosa te ne importa?
Non capiamo cosa abbiamo fino a che non lo perdiamo.


A CENA DALLA ZIA

Io: Tata cosa hai mangiato ieri sera?
Lei: Ieri sera ho fatto la cena dei sogni! Ravioli con mozzarella burro e pomodoro, uova, 2 patate che ridevano, col sorriso; 2 patate a forma di luna; 2 patate a forma di stella e 2 a cerchio
Io:  E la verdura?
Lei: L’avevo mangiata a pranzo!
Io:  Ma non sarà troppa roba?
Lei: Almeno mi sono nutrita bene!


NOMI DI STRUMENTI

Mio marito appende una lampada in cucina.
Lui: Angelica, per favore mi passi quello strumento giallo?
Lei: Ah si, il drittometro! (la livella)


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Romanzo

La storia dell'uomo e
della scoperta
dei Fiori di Bach.

Booktrailer

Il Romanzo è alla 3° edizione. 


Parole per pensare

“L'attenzione è la forma più rara e più pura della generosità. A pochissimi spiriti è dato scoprire che le cose e gli esseri esistono."

Simone Weil, Corrispondenza, pag. 13

«Quanto siamo stanche io e te. Dovremmo riposarci un po’» dice Donatella a Beatrice mentre il Valium fa effetto sul lungomare di Viareggio all’imbrunire, è un dialogo che ti rimane dentro, come tutta La pazza gioia.

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«Quanto siamo stanche io e te. Dovremmo riposarci un po’» dice Donatella a Beatrice mentre il Valium fa effetto sul lungomare di Viareggio all’imbrunire, è un dialogo che ti rimane dentro, come tutta La pazza gioia.

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Fiori di Bach e Cartoons 15 Pimpi


 ASPEN

Se hai paura,

ma non sai bene di cosa